ARRIVA DALLE NEVI DEL GRAN SASSO IL MONTEPULCIANO DEI FRATELLI BIAGI

di Luigi Liberatore – Guardate, non è una novità in senso assoluto, ma una notizia che ogni tanto ci sorprende. Un vino dal Gran Sasso d’Italia? È così. Vi prego di non sorridere, e lo chiedo soprattutto ai cultori del vino i quali sanno che l’uva, oltre una certa altezza, non cresce e non si sviluppa. E che sia oltremodo difficile, se non impossibile procedere ad una fermentazione naturale al di sotto di una certa temperatura. E allora, direte, un Montepulciano dal Gran Sasso? È l’idea, di gran successo come iniziativa e non più sperimentale, quella di portare sulle tavole degli abruzzesi prima di tutto e poi su quelle dei ristoranti più famosi nel mondo, il vino di Colonnella, territorio del Teramano, un vino “mineralizzato”, posto dopo imbottigliamento al di sotto delle nevi del Gran Sasso; sepolto prima in gabbie, e poi fatto riemergere per essere commercializzato in zone di nicchia. Gli autori di questa sperimentazione di successo sono i fratelli Biagi, da cui prende il nome il vino e la stessa azienda agricola che esporta nel mondo i sapori della terra d’Abruzzo e la genialità dei suoi  imprenditori. I fratelli Biagi ricordano, col loro Montepulciano del Gran Sasso, Aristofane, il grande commediografo greco il quale si esprimeva in questa maniera rispetto al vino : ” Tutte le volte che gli uomini bevono, allora diventano ricchi, fanno affari, vincono i processi, sono contenti e aiutano gli amici. Portami un boccale di vino, fammi bagnare la mente, fammi dire qualcosa di intelligente”. E pensate che non aveva provato il Montepulciano dei fratelli Biagi.