L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DEL CONSIGLIERE NANNARONE

di Luigi Liberatore – Criptica, un pochino bizantina, seppur ineccepibile. Ma non si può essere tre cose di questo tipo insieme, almeno non di questi tempi a Sulmona, con tutto il rispetto per una che risponde al nome di Teresa Nannarone, a meno che non si voglia recitare il de profundis per l’amministrazione comunale usando come  linguaggio  l’aramaico antico. La denuncia  del consigliere Nannarone secondo cui il Comune di Sulmona, il “suo” Comune, viola in tema di appalti e assegnazione di servizi il vincolo di un Regio decreto del 1924 che impone la nullità del bando in presenza di un solo concorrente, non fa una grinza ma fa storcere il naso. Se non turarlo. Il vincolo è ancora in piedi ma credo che in Italia, in ogni amministrazione, sia stato superato de facto e non de iure sotto l’incalzare dei tempi, dalla necessità di assicurare prestazioni sociali pubbliche con la speditezza che la società oggi esige e che quel vincolo, sepolto dalla storia, avrebbe invece frenato. La norma è del 1924, l’anno in cui Mussolini fece ammazzare Giacomo Matteotti. Capite, di un secolo fa. Ma questo aspetto passa in second’ordine rispetto a ciò che il consigliere Nannarone abbia voluto dire, o voglia dire, richiamando dall’Aldila’ quella procedura che l’amministrazione comunale ha violato e continua a violare senza l’intento, come io riesco a capire, non di aggirarlo per chissà quale scopo ma di venire incontro semmai alle necessità degli abitanti. Nannarone è mai banale nei suoi ragionamenti; ha voglia di salvare Sulmona da un commissariamento sempre più vicino ma così ragionando allontana da sé il suo obiettivo dichiarato in pubblico, nascondendo ,forse, altre mire coltivate in privato. L’assegnazione dell’appalto delle mense scolastiche all’unico concorrente che abbia risposto, non è uno scandalo e semmai fa capire che c’è poco interesse alla faccenda in termini economici ma che si attorciglia, invece, alla lotta intestina tra esponenti del PD ed ex piddini. Teresa Nannarone non ha bisogno del mio trascurabile commento, ma per la stima che le assegno mi porta a dire che faccia a meno di sollevare polvere dai tappeti del palazzo municipale che mette in crisi solo e soltanto l’apparato amministrativo. Che accenda, se vuole, le polveri sul piano politico, ma quelle vere che possano ad un tempo esaltare la sua intelligenza senza deprimere la volontà del sindaco di Sulmona dal rilanciare la sua città.

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