LITE NEL PATRONATO PER UNA PRESUNTA VIOLENZA SESSUALE, SOTTO PROCESSO UN DIPENDENTE E LA MADRE DEL RAGAZZO MOLESTATO
Quel giorno era tornato a casa raccontando di essere stato oggetto di violenza sessuale da parte di un addetto al patronato Inca della Cgil in vico del Vecchio. Da lì partì una spedizione punitiva che si concluse proprio nell’ufficio del sindacato con botte e minacce all’impiegato, il quale si difese a sua volta, tanto che sono dovute intervenire tre macchine dei carabinieri per riportare la calma. A seguito della vicenda sono finiti sotto processo sia l’impiegato del patronato che la madre del giovane, entrambi per lesioni personali. Era il 29 luglio dello scorso anno quando il 19enne si sarebbe recato, negli uffici del sindacato di vico del Vecchio, per sbrigare alcune pratiche relative all’indennità di disoccupazione. A quel punto sarebbe stato avvicinato dal dipendente dell’ufficio che, secondo quanto riferito dal ragazzo nella querela e cristallizzato nell’incidente probatorio disposto dal pubblico ministero Edoardo Mariotti, lo avrebbe molestato infilandogli le mani all’interno dei pantaloni. Nel pomeriggio il giovane avrebbe raccontato tutto in famiglia tant’è che in cinque si erano recati la sera stessa nell’ufficio per farsi giustizia da soli. Ne scaturì una lite furibonda sedata dall’intervento dei carabinieri. Il giovane, la madre e il dipendente indagato rimediarono una prognosi che oscillava da cinque a sette giorni. Al giudice ora il compito di fare chiarezza sulla vicenda e sulle relative responsabilità.