ROGO AL COGESA, CITTADINI PREOCCUPATI: “A RISCHIO LA NOSTRA SALUTE”
Proseguono i controlli sulla qualità dell’aria da parte dell’Arta dopo l’incendio nella discarica del Cogesa, in località Noce Mattei, per verificare l’eventuale presenza di sostanze tossiche e nocive. “Siamo in attesa delle risultanze delle analisi e della relazione dei vigili del fuoco sulle probabili cause dell’innesco”, spiega l’assessore alla protezione civile, Catia Di Nisio, che domenica pomeriggio si è recata sul posto, insieme ai consiglieri comunali Maurizio Balassone e Antonella La Gatta ed al presidente del cda del Cogesa Nicola Guerra. Il rogo potrebbe essere stato provocato da un processo di autocombustione dei rifiuti, ma sono ancora al vaglio le immagini delle telecamere di videosorveglianza per escludere del tutto l’atto doloso. Nel pomeriggio di domenica, la zona è stata monitorata per circa tre ore dalla Protezione Civile, mentre durante la notte un’unità del Cogesa è stata presente in discarica. Gli interventi sono serviti per evitare un ritorno di fiamma. L’incendio ha interessato un’area di una ventina di metri dove sono andati in fumo rifiuti indifferenziati. “In accordo con i vigili del fuoco”, prosegue l’assessore Di Nisio, “è stato deciso di bagnare in via precauzionale gli altri rifiuti presenti”. La vicenda ha riacceso le polemiche da parte dei residenti e del comitato Morrone Sulmona-Valle Peligna, che nei mesi scorsi aveva chiesto la chiusura della discarica di Noce Mattei. “Siamo stati dimenticati”, è il grido di allarme del vicepresidente del comitato, Augusto Fidanza, perché dopo l’esposto alla Procura della Repubblica, il tutto è rimasto lettera morta, “ma nel frattempo i problemi si aggravano”, afferma, “la discarica viene riempita a dismisura da rifiuti indifferenziati. Parliamo di una quantità di 50mila metri cubi l’anno, la cui metà viene dall’Aquila”. I cittadini ed il comitato sono preoccupati per la loro salute. “Le falde acquifere sono inquinate”, aggiunge Fidanza, “e l’acqua, erogata con gli idranti dei vigili del fuoco, finisce sul fondo della discarica, alimentando il percolato. Inoltre è stato certificato che respiriamo ammoniaca da una sentenza del tribunale che ha condannato l’allora presidente Margiotta”. Da qui la protesta perché “ogni cosa che si fa, dal riciclo, al riuso e alla raccolta differenziata, viene vanificata per questa situazione di cui nessuno si è dimostrato all’altezza del compito”, conclude.