ACCUSA L’EX MARITO DI AVERLA VIOLENTATA, IL GIUDICE NON LE CREDE E ASSOLVE L’IMPUTATO

Sotto processo per aver violentato la moglie dalla quale si stava separando riesce a convincere il giudice che la donna si era inventato tutto, tanto che questa mattina, al termine del dibattimento ĆØ stato assolto. Protagonista della particolare vicenda giudiziaria l’artigiano imprenditore Walter Anile, 52enne di Pratola Peligna, il quale alla lettura della sentenza ĆØ scoppiato in un pianto liberatorio. “Per me ĆØ la fine di un incubo”, ha detto Anile ai giornalisti presenti al processo. “Essere accusati di falsitĆ  e per queste falsitĆ  finire anche sotto processo, ĆØ una cosa che non auguro nemmeno al peggior nemico. Ā Una brutta storia che mi ha distrutto psicologicamente e materialmente. Con il lavoro ero riuscito a dare benessere alla mia famiglia e a costruire il mio futuro. In seguito a questa vicenda ho perso tutto tanto da essere costretto dormire in macchina perchĆ© non avevo piĆ¹ una casa. Alla fine perĆ², la veritĆ  ha trionfato”. Ā Lā€™inchiesta era stata avviata il 12 aprile 2018 quando lā€™ex moglie si recĆ² nella stazione dei Carabinieri di Sulmona per presentare una Ā denuncia-querela nei confronti del marito dal quale si stava separando e che, proprio in quel periodo, era rientrato nella casa coniugale nel piano sottostante. La donna, assistita dallā€™avvocato Alessandra Baldassarre, aveva denunciato ai Carabinieri di essere stata offesa davanti alle figlie ma anche di essere stata vittima di violenza sessuale da parte dell’ex marito. In particolare, secondo quanto riferito dalla donna ai Carabinieri, il suo ex l’avrebbe spinta sul letto e dopo averle tolto il pigiama e lā€™intimo, avrebbe preteso di avere con lei un rapporto completo. Al termine si sarebbe fatta una doccia per poi recarsi in caserma a denunciare la violenza subita. La Procura aveva disposto una perizia per approfondire il caso. Secondo il medico legale incaricato non era emersa alcun tipo di violenza tanto da spingere la procura a chiedere, in un primo momento lā€™archiviazione. Il Gip Marco Billi, aveva respinto la richiesta per poi accertare che ā€œnel caso di specie risultavano riscontrati segni sulle braccia della donna compatibili con quanto riferito nella querelaā€. Da qui lā€™imputazione coatta culminata con il rinvio a giudizio di Anile. Nel corso del dibattimento la testimonianza resa dalla ex moglie davanti al collegio giudicante, non ĆØ stata ritenuta convincente, anche grazie alla difesa dell’avvocato Alessandro Margiotta, che ha fatto emergere alcune evidenti contraddizioni nel racconto della donna. Tanto che i giudici, aldilĆ  di ogni ragionevole dubbio, ha mandato assolto l’imputato.