L’OPPOSIZIONE CHIEDE CONSIGLIO COMUNALE SULLA CRISI MA FRATELLI D’ITALIA NON FIRMA

Sei consiglieri comunali hanno firmato la richiesta di convocazione di un consiglio comunale straordinario sulla crisi che da mesi sta interessando l’amministrazione guidata dal sindaco Gianfranco Di Piero. Un documento lungo e articolato in cui si ripercorre la storia della crisi politica in cui si è avvitata la maggioranza, fino all’ultima vicenda legata all’appalto delle mense scolastiche. Vicenda che coinvolgerebbe pesantemente lo studio del Capogruppo del Partito Democratico Mimmo Di Benedetto, scelto come sede legale dell’azienda vincitrice dell’appalto di cui farebbero parte anche due soci di Di Benedetto. Una vicenda molto delicata che sta gettando ulteriore benzina sul fuoco che divampa all’interno dell’amministrazione. Ma, come è successo nelle ultime quattro volte, il documento firmato da cinque consiglieri di opposizione e uno che fa capo al Gruppo dei non iscritti, non è stato firmato dai consiglieri di minoranza Vittorio Masci e Salvatore Zavarella. Una scelta che sta facendo discutere e che fa sorgere più di un dubbio sulla reale volontà di Fratelli d’Italia di mandare a casa il sindaco Di Piero. Come se esistesse un accordo tra il Partito Democratico e i due consiglieri comunali della Meloni per garantire la sopravvivenza ad una maggioranza con la targa del centro sinistra. “Se si fa una richiesta formale di convocazione del consiglio comunale per discutere della crisi, io sono il primo a firmarla”, afferma il capogruppo di Fdi, Vittorio Masci. “Ma se il documento diventa politico e si vuole esaltare o favorire qualche componente della maggioranza invece di qualcun altro, io non lo firmo. Non firmo un documento che fa passare Teresa Nannarone per eroina perché non lo è. Siamo di fronte a beghe tra le varie componenti della maggioranza. Problemi che non spetta a noi dell’opposizione dipanare e risolvere. In qualità di capo gruppo di Fratelli d’Italia – conclude Masci – dico che sono contro l’intera maggioranza e non solo contro una parte di essa. Detto questo dico anche che parteciperemo regolarmente ad un consiglio comunale in cui si andrà a discutere della grave crisi che sta interessando la maggioranza. E lo faremo con un unico obiettivo: mandarla a casa”.
Questa la richiesta di consiglio comunale straordinario firmata da sei consiglieri comunali Franco Di Rocco, Gianluca Petrella, Luigi Santilli, Antonietta La Porta, Maurizio Proietti e Caterina Di Rienzo.

premesso:

che, nell’agosto del 2022, la Consigliera Teresa Nannarone è fuoriuscita dal PD, suo storico partito, restituendo la tessera, a causa dell’assenza di un progetto politico e della mancata condivisione degli obiettivi, iscrivendosi nel gruppo consiliare“Sulmona Libera e Forte”compostooltre che dal Sindaco, dal Consigliere Perrotta e dai Consiglieri Di Rienzo e Proietti e questa decisione ha rappresentato, a poco più di un anno dal voto, la prima vera frattura all’interno della maggioranza;

che, nei primi mesi del 2023, proprio i 3 Consiglieri, Di Rienzo, Nannarone e Proietti, alla luce del dichiarato stallo amministrativo e gestionale che viveva (e vive tutt’orala Cittàhanno chiesto al Sindaco una verifica di maggioranzadichiarando di prendere atto della diversa prospettiva nella quale ci si stava ponendo rispetto a quanto affermato in campagna elettorale e nel programma di mandatoI tre affermavano: “Non ci siamo candidati per svolgere l’ordinaria amministrazione, piuttosto per lavorare ad un progetto di ampio respiro di cui ancora non riusciamo a gettare le basi” chiedendo al Sindaco “una verifica sulla persistenza degli intenti e sul lavoro svolto finora dalla giunta rispetto ai problemi della Città;

che, all’accorato appello dei tre consiglieri ed ai successivi inviti, ribaditi più volte prima nelle riunioni di maggioranza e poi a mezzo stampa, né il Sindaco né il resto della maggioranza hanno inteso dare alcuna risposta tanto da indurre, nell’aprile 2023, il Consigliere Proietti a lasciare la maggioranza di Palazzo San Francesco e la Consigliera Di Rienzo ad aderire al gruppo dei non iscritti;

che il perdurare della situazione di stallo non ha fatto altro che esasperare il clima di tensione tra le anime della maggioranza che si è manifestata alla Città attraverso le dure dichiarazioni della Consigliera Nannaronesecondo la quale, in un’intervista rilasciata alla testata ReteAbruzzo, in data 22 maggio: “Questa maggioranza è nata male e la colpa è di tutti. Abbiamo perso due consiglieri comunali e c’è un problema di numeri. Inoltre c’è uno stallo politico e amministrativo con la città in preda al degrado. Manca un progetto politico, una visione della Città. Non sappiamo chi siamo ma soprattutto dove vogliamo andare. Io così non ci sto a continuare, non in questo modo: o il sindaco tira fuori il coniglio dal cilindro o è meglio per tutti che se ne vada a casa

che la stessa consigliera, nella medesima intervista, dichiarava, addiritturadi dover chiedere scusa ad Annamaria Casini perché il livello di questa amministrazione è molto più basso, manifestando, definitivamente, la propria valutazione negativa sull’operato del Sindaco e dell’Amministrazione tutta;

che, nonostante il fortissimo significato politico della suddetta dichiarazione, anche in questa circostanza il Sindaco Gianfranco Di Piero è rimasto totalmente inerte evitando di manifestare qualsivoglia tipo di posizione o di assumere decisioni;

che, laspra guerra interna alla maggioranza, secondo quanto dichiarato dai diretti interessati, era stata mossa con l’obiettivo di arrivare all’azzeramento della giunta ed alla rimozione del Vicesindaco Franco Casciani accusato di essere il vero colpevole dello stallo amministrativo ed il “più assenteista” tra i membri della giunta;

che il susseguirsi delldichiarazioni pubbliche rilasciate dai membri della maggioranza ha amplificato ulteriormente lo scontro al punto tale che gli esponenti del PD, in data 8 giugno, in riferimento all’azzeramento di Giunta, hanno espresso dissenso per le modalità con le quali si intendeva perseguire l’azzeramento del governo cittadino accusando, velatamente, la ex compagna di partito di “furbizie” e di lavorare “per raggiungere solo vantaggi personali”;

che, a tali pesanti dichiarazioni, ha fatto seguito la tagliente risposta della Consigliera Nannarone che ha definito quella del PD “Una linea politica ridotta alla mistificazione ed agli insulti. Nella medesima presa di posizione, la consigliera, ha tenuto, poi a chiarire di non aver mai usato la politica, e men che meno le Istituzioni, per concludere “affari”, ricevere incarichi, vendere terreni, partecipare a gare, proteggere amici, raccomandare parenti, preservare attività o accontentare clienti” chiedendo, contestualmente, al gruppo del Pd di riferire Pubblicamente a quali “vantaggi personali” si riferisce. Poi io farò altrettanto “.

che le continue, reciproche e gravissime accuse tra membri della stessa maggioranza hanno sancito, di fatto, il fallimento della coalizione “Liberamente Sulmona”, tanto da indurre il Sindaco ad annunciare, nel Consiglio comunale del 9 giugno u.s., che la crisi sarebbe stata affrontata solo e soltanto dopo l’approvazione degli atti di bilancio sostenendo che “c’è un tempo per tacere ed uno per parlare. L’Amministrazione è impegnata e concentrata sugli atti contabili. Solo successivamente mi pronuncerò sulle spaccature interne, e lo farò in consiglio poiché è doveroso nei confronti dei cittadini.”;

che, a distanza di oltre una settimana dall’approvazione dell’ultimo documento contabile, stante il perdurare dell’atteggiamento silente del Sindaco di fronte ad una situazione a dir poco kafkiana, si ritiene indispensabile e non più procrastinabile il confronto in aula al fine di far conoscere ai cittadini cosa stia realmente accadendo e quali decisioni intenda assumere il primo cittadino;

che questa discussione appare oltremodo opportuna per verificare il contenuto delle diverse posizioni in seno alla maggioranza e far emergere l’eventuale sussistenza o meno della volontà dei diretti interessati circa la permanenza di un progetto politico e amministrativo che possa assicurare operatività alle istituzioni cittadine;

che, nelle more della crisi politica e dell’indecoroso spettacolo offerto negli ultimi mesi, come se non bastasse, in data 22 giugno la testata “Il Germe” in merito alla gara d’appalto quadriennale del servizio di refezione scolastica del Comune di Sulmona ha riportato quanto segue: all’apertura delle buste della gara d’appalto quadriennale (rinnovabile per altri due anni) c’è stata una sola offerta – quella dell’Ati formata da EP e dalla Coselp Srl –  La Cooperativa Coselp di Pratola, infatti, ha affittato l’azienda alla Coselp Srl di Sulmona, società costituitasi l’8 giugno dello scorso anno ed entrata in possesso dell’azienda pratolana il 3 gennaio scorso. Alla guida della nuova società, di cui era presidente del Cda la ex presidente della Bcc, Maria Assunta Rossi, c’è ora Beniamino Di Ienno, commercialista associato nello stesso studio del consigliere comunale, capogruppo del Pd, Mimmo Di Benedetto, studio nel quale è stata trasferita anche la sede legale della società, ovvero in via Galilei 2 a Sulmona. Cosa che pone qualche interrogativo di opportunità;

che i Consiglieri Di Rienzo, Di Rocco, La Porta, Petrella, Proietti e Santilli, a seguito della notiziahanno, con due successivi comunicati stampa, dapprima chiesto al Sindaco Di Piero di fornire gli opportuni chiarimenti del caso, senza, come al solito, ricevere risposta, e poi hanno invitato alle dimissioni il consigliere Mimmo Di Benedetto stante le chiari ed evidenti ragioni di opportunità;  

che, la vicenda dell’affidamento del servizio di refezione scolastica, oltre ad involgere chiari profili di opportunità, solleva diversi dubbi anche sotto il profilo della legittimità degli atti in ragione del fatto che nel Disciplinare di gara per la procedura aperta per l’appalto quadriennale del servizio di refezione scolastica nei criteri di valutazione dell’offerta tecnica (14.2) al punto C (relativo al centro di cottura) il concorrente deve descrivere le caratteristiche in termini di:

– C1 DIVISIONE – ORGANIZZAZIONE AMBIENTI LAVORATIVI (SUPERFICI, AREE, SPAZI) a cui vengono assegnati 3 punti;
– C2 CAPACITA’: DOTAZIONI/APPARECCHIATURE/ATTREZZATURE (QUALITA’ – EFFICIENZA ENERGETICA) a cui vengono assegnati 4 punti;
– C3 VICINANZA: <10km a cui vengono assegnati 3 punti, 10km-15km a cui vengono assegnati 2 punti, 15km-20km a cui vengono assegnati 1 punto
che quanto previsto dal disciplinare di gara al punto 14.2 risulta essere in contrasto con la Delibera ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione) n.394 del 19 maggio 2021 secondo cui l’aver previsto un criterio di valutazione dell’offerta tecnica relativo alla qualità del centro che si basa sullo schema progettuale del centro cottura inclusivo di informazioni relative ad elementi specifici e strutturali dell’immobile quali superfici, planimetrie e percorsi progettati, in tal modo sostanzialmente premiando i concorrenti che ne abbiano già la disponibilità, viola i principi di favor partecipationis, massima concorrenza e parità di trattamento, impedendo agli operatori economici che non siano nel possesso di un centro cottura di formulare una proposta tecnica con la quale possano aspirare ad ottenere il massimo del punteggio;
che la previsione del disciplinare di gara al punto 14.2 è ingiustificatamente lesiva dei principi di concorrenza e non discriminazione in quanto di fatto pone in essere una discriminazione tra coloro che hanno già la disponibilità anche astratta di un centro cottura e coloro che si impegnano a fornirlo in sede di stipula del contratto”;
che, inoltre, nella Determina a contrarre per l’affidamento dell’appalto in oggetto (Det. Dirig. Settore n. 478/2023) viene precisato che “la certificazione (…) ISO 22005:2008 in corso di validità” necessaria per la partecipazione al Bando di Gara, debba essere “riferita al centro di cottura e produzione di pasti che verrà utilizzato” in ciò determinando un vero e proprio surrettizio criterio di partecipazione, violativo dei principi di massima partecipazione, concorrenza e divieto di discriminazione nell’affidamento dei contratti pubblici;
che, conseguentemente, si rende indispensabile la discussione in consiglio comunale del suddetto argomento, al fine di procedere alla eventuale adozione di atti ad esclusiva tutela del Comune di Sulmona;
tutto quanto premesso e ritenuto

ai sensi dell’art.37 comma 1 lettera c, i sottoscritti Consiglieri comunali richiedono la convocazione di un Consiglio straordinario che abbia ad oggetto i seguenti punti:

1) Crisi politico-amministrativa
2) Affidamento del servizio di refezione scolastica.
I consiglieri comunali

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