I FRATELLI D’ITALIA SONO “QUELLI”, MA LA SINISTRA LI FA PIÙ BELLI
di Luigi Liberatore – Lascio perdere Ovidio, perché sembra che io abbia parlato male di Garibaldi, e Sulmona non te lo consente, ancorchè quel poeta rappresenti per la città poco più di un santino o di una statuetta da tenere sul comodino nella camera da letto; di grande effetto, ancora, come carovaniere pubblicitario, ma più vicino alla espressione della sua lingua: “carmina non dant panem”. La chiudo qui, per riaprire il discorso sulla città in relazione alla polemica, tutta parolaia, dell’affidamento, per l’anno prossimo, del servizio mensa ad una società, unica ad aver risposto al concorso bandito, il cui responsabile lavora nello studio di Mimmo Di Benedetto. Non sto parlando all’Assemblea generale dell’ONU, ma scrivo per i miei inquilini territoriali della valle peligna, sicchè a nessuno sfugge chi sia e cosa rappresenti, all’interno dell’amministrazione comunale di Sulmona, Mimmo Di Benedetto. Ebbene, ho provato sgomento rispetto all’attacco sferrato nei confronti di Di Benedetto, che non c’entra nulla con la vicenda, quasi fosse lui il manovratore di quei quattro piatti di vivande da servire nelle mense scolastiche di Sulmona, e per cui dovrebbe dimettersi da consigliere comunale di Sulmona. Giusto per fare qualche riferimento storico, che per carità mi tiene lontano dal poeta Ovidio, mi torna alla memoria la vicenda dell’acquisto da parte dell’Italia di famosi Hercules C 130, il famoso affare “Lockheed”, in cui vollero per forza inserire, ma del tutto estraneo, l’ex presidente della Repubblica, Giovanni Leone, come mediatore. Con i dovuti distinguo, dico che gli avversari di Mimmo Di Benedetto, e quindi del sindaco, Gianfranco Di Piero, scelgano una diversa piattaforma sulla quale “bruciare” il capogruppo del Pd, e la scelgano anche quelli della opposizione che in qualche maniera si rifanno alla sinistra. Vedete, i Fratelli d’Italia, Masci e Zavarella, non hanno firmato i documenti pubblici contro Di Benedetto relativamente a questa storia, ancorchè facciamo parte della opposizione, dimostrando così buon senso. Ma io ho una sensazione: che la sinistra, soprattutto quella odierna, abbia perso la consapevolezza della battaglia politica e non abbia ancora recuperato gli elementi idonei a sostenere il confronto con la destra. I Fratelli d’Italia non li scopriamo oggi, sono in ogni parte “quelli”: ma a Sulmona la sinistra li fa più belli, litigando, fra loro, per un piatto da servire alle mense scolastiche. Avrei capito di più se si fosse trattato di un piatto di lenticchie
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Il paragone Ovidio – Garibaldi ammetto di non averlo compreso.
Forse il legame è nell’ubicazione nella stessa piazza del monumento per l’uno e della targa commemorativa per l’altro; o forse è il riferimento a un mancato museo garibaldino in città di cui si parlava anni fa in contrapposizione all’altrui “museo pronto ma chiuso”?
O forse si voleva intendere il reato di lesa maestà “locale”? Certamente no, almeno lo spero.
Che la cultura non paghi, mi sembra di averlo già letto? O scritto?
Giusto l’asserimento che la polemica COSELP e l’attacco al PD cittadino per il tramite del consigliere comunale sia di genere politico “parolaia” e non credo se ne possa fare una colpa ne una “ragione ostativa” al Comune di Sulmona, se al bando abbia risposto un solo interessato, né tantomeno al consigliere se il collega e/o socio di lavoro abbia voluto parteciparvi, la TESI NON REGGE OVUNQUE.
Meno meglio l’elogio ai “Colleghi” d’Italia “NON INTERVENTISTI” per GIUSTA CAUSA, in quanto sono sempre si di un’opposizione di destra ma sempre di altra “FAMIGLIA DIVERSAMENTE E COMUNQUE INTERESSATA”.
Per i litigi interni al PD sono del parere che sia dovuto il difendersi dagli attacchi dei defenestratori interni, esterni ed EX, e il non farlo darebbe adito ad attacchi inversi.
Altresì non vedo il come possano “risplendere di luce indotta” i fratelli Esaù e Giacobbe dell’allungato “sinistro” piatto, e restando in tema: Omnia tempus habent et suis spatiis transeunt universa sub caelo.
… “di quei quattro piatti di vivande da servire nelle mense scolastiche di Sulmona “… non sono proprio “quattro pasti”… ma novantamila all’anno con un costo di 2 milioni e 240 mila euro per quattro anni…
sono talmente pochi i pasti e probabilmente anche mal pagati visto che non interessa a nessuno , considerando da quel che leggo che alla gara non ha risposto nessuno
da genitore ti invito a riflettere
Finché la sinistra democratica si è riconosciuta nella sigla politica PDS e poi in quella DS, il barattolo ha sempre contenuto vernice rossa.
Ma nell’odierna sigla PD, partito democratico, è oggettivamente difficile attribuire un’effettiva distintività al contenitore piuttosto che al suo concentrato contenuto.
Sarebbe interessante conoscere l’opinione di quanti vi militano circa la progressiva mutazione – o deriva – della sigla del partito di appartenenza.
Che a scala locale, poi, rispetto al contenitore il contenuto sembra ancor più sbiadito ️.
Figuriamoci poi, che significato possa avere agli occhi dei cittadini questa “diatriba” sul pane a tavola…