L’OSPEDALE DI POPOLI SUBISCE ULTERIORI TAGLI

La sanità pubblica è in difficoltà e l’ospedale di Popoli subisce ulteriori tagli. A renderlo pubblico dopo aver letto l’ultimo piano di riordino degli ospedali abruzzesi, Enzo Sabatini, componente del direttivo Spi Cgil in un comunicato stampa che pubblichiamo integralmente:
“Fino ad alcuni anni la presenza di servizi diagnostici e di reparti di degenza efficienti e affidabili hanno determinato la continua crescita del presidio ospedaliero di Popoli sia in termini di numero e tipologia di prestazioni e di unità operative, sia in termini strutturali. I risultati raggiunti nelle discipline chirurgiche di chirurgia generale (con annessa chirurgia endoscopica, ortopedia e traumatologia), con una anestesia-rianimazione di primo livello e di sale operatorie tecnologicamente sempre adeguate alle norme in materia, hanno caratterizzato l’ospedale di Popoli quale presidio di riferimento ad indirizzo chirurgico. Parimenti la presenza di unità operative mediche quali medicina interna, nefrologia-dialisi, cardiologia, ematologia e oncologia ha garantito la risposta immediata ai bisogni di salute del territorio e supportava le altre attività del presidio. Importante è risultato, inoltre, la presenza di un pronto soccorso cerniera tra territorio e ospedale e filtro verso i ricoveri impropri, di un centro trasfusionale che si è sempre distinto per il numero delle donazioni anche grazie al supporto di una sezione locale dell’Avis particolarmente attiva, di servizi diagnostici quali la radiologia, il laboratorio analisi in grado di fornire risposte rapide e qualificate. Però tutto questo non basta per i governanti regionali che si sono succeduti negli ultimi anni. Non bastano riassicurazioni, annunci profetici “l’impegno continua”, silenzi… sul futuro dell’ospedale di Popoli. I fatti concreti sono la recente approvazione, da parte degli organi nazionali, della rete ospedaliera 2019-2021 proposta dal governo di centrodestra riportando sostanzialmente tutto ciò che avevano fatto i predecessori, aggravato con la trasformazione del reparto di ortopedia da Uoc a Uosd accorpata a Penne con tagliato di dieci posti letto a chirurgia e ortopedia, tolti i quattro posti letto in rianimazione, tolta la medicina quale Uoc. Il non ripristino dei reparti di unità complessa, unità dipartimentali, servizi e relative nomine dei primari, fa sì che si è perso di fatto l’autonomia economica, organizzativa e gestionale dell’ospedale di Popoli, diventando definitivamente una succursale di Pescara. In questi ultimi anni il presidio ospedaliero di Popoli ha subito una drastica riduzione dei posti letto e delle discipline, dai 160 posti letto del 2006 si è passati agli 88 nel 2023. Tutta l’attività di ricovero è stata concentrata su venti posti letto di medicina, declassata a Uosd, quattordici posti letto di area funzionale omogenea chirurgica. Della riabilitazione ospedaliera Cod. 56 si sono attivati solo quindici posti letto dei quaranta previsti. E’ in questa circostanza che si deve collocare l’iniziativa per rilanciare, riaffermare, il ruolo dell’ospedale di Popoli nell’alta Val Pescara, con proposte possibili e soluzioni da concordare nei tavoli istituzionali. Bisogna che tutti, senza bandierine…, senza sterili annunci, si adoperassero in un percorso condiviso, per non perdere ulteriore possibilità nel garantire, in modo definitivo, la sanità ai cittadini e utenti nel nostro territorio, dando finalmente risposte concrete e positive al riassetto dell’ospedale di Popoli. Se non si fa subito qualcosa, se ne va il bene più prezioso per tutti i cittadini cioè: il diritto alla salute, gratuito, garantito ed universale sancito dalla nostra Costituzione italiana, Art.32″.