LA LISTA DELLA NANNARONE E LE FAVOLE DI ANDERSEN
di Luigi Liberatore – Non mi va di litigare oltre il dovuto con il consigliere comunale di Sulmona, Teresa Nannarone. Negheremmo, compreso chi scrive, che sia stata lei e sia ancora lei l’elemento di disturbo in seno all’amministrazione comunale di Sulmona, facendo torto alla evidenza dei fatti e soprattutto alla sua intelligenza. E’ lei che ha portato sul limite del baratro l’amministrazione di Sulmona; è ancora lei che ha impedito che il sindaco fosse dimissionario, ed è sempre lei che sta dettando le linee lungo le quali deve dispiegarsi l’attività politica per andare avanti. Ho letto, non senza particolare attenzione, i punti salienti espressi da una sua nota pubblica per la quale accetterebbe di sostenere la nuova giunta municipale che il sindaco, Gianfranco Di Piero, si appresta a nominare. Non ha dato indicazioni, d’altronde non poteva permetterselo, e soprattutto ha detto che non ne farà parte. E questo mi pare un buon inizio perché la città di Sulmona possa tornare a camminare su gambe più stabili, anche se io avrei scommesso per un ritorno alle urne. Ripeto, non mi va di polemizzare di nuovo con la Nannarone, ma leggendo il suo intervento mi è venuto alla memoria una espressione del filosofo danese, Soren Kierkegaard, il quale descrisse così Hans Christian Andersen: “Ha un cuore ma non sa cosa siano le favole”. Bene, la Nannarone ha detto che bisogna riprendere dal cassetto i progetti di abbattimento delle barriere architettoniche, sul recupero dei mosaici di piazza Salvatore Tommasi, di istituire il Parco del fiume Gizio, alimentare un concorso di idee per un Festival dedicato a Ovidio (e ci siamo); e ancora, istituire una benemerenza dell’Acquedotto di Manfredi di Hoenstaufen, e riportare in città un disegno di Leonardo conservato presso il castello di Windsor. Qualche passaggio sulla installazione di telecamere nel centro storico (iniziativa da poter affidare al capo degli operai), di uno studio epidemiologico sui malati di tumore (brava) e infine un tavolo di lavoro con le organizzazioni sindacali, con provincia e regione. Non una parola su un piano industriale, un business-plan economico, finanziario e patrimoniale della città di Sulmona, che potesse ricevere adesioni da imprenditori e commercianti, tanto da spalancare le porte al capoluogo peligno che non fossero le solite, seppur storicamente apprezzabili, ma adagiate ad un valore effimero e poco redditizio e calate sempre sulle spalle di Ovidio. Stimo l’avvocato Teresa Nannarone, ma la penso come Kierkegaard: ha un cuore ma non sa cosa siano le favole. Sulmona ha bisogno di altro, pure del suo romanticismo!
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Però!
Pero’…..riavere a Sulmona un’opera del grande Leonardo sarebbe una gran bella cosa oltre che motivo di vanto. Dubito fortemente però sulla disponibilità della corona
inglese..
Tu caro mio non hai propio idea di cosa stai parlando ma chiaramente come unico lettore devo ricordarti che hai delle responsabilità grandi ed importanti da affrontare ma ti manca il coraggio.
Se solo provassi ad avere a che fare con cose serie ed urgenti diventeresti un temibile interlocutore se non giornalista come si deve.
Sarà pericoloso e duro ma ce la puoi fare senza poesie e romanticismo.