WEST NILE VIRUS, C’È DA PREOCCUPARSI?

di Gianvincenzo D’Andrea – Nelle ultime settimane sui maggiori quotidiani nazionali  sono comparsi diversi articoli che riferivano di alcuni casi, riscontrati nel nostro Paese, di Malattia da Virus West Nile.( WNV)
Si tratta di un’infezione così chiamata perché  diagnosticata per la  per la prima volta,nel 1937 in Uganda, in una donna  abitante nel distretto West Nile.
Presente in forma endemica in vaste aree dell’Africa,del Medio Oriente e dell’Asia Occidentale la malattia può  comparire in forma epidemica anche in  aree, dell’Europa , dell’ America Settentrionale e del territorio dell’ex Unione Sovietica.
Il virus West Nile infetta l’uomo tramite la puntura  di zanzare, del genere Culex sp. modestus o pipiens, ornitofile ( che prediligono pungere gli uccelli) .
Queste zanzare dopo aver punto un uccello malato trasportano  lo iniettano in un’altro ospite
In pratica il Virus West Nile ( WNV) ha un ciclo endemico ( uccello malato/ zanzara/ uccello) che gli consente di mantenere la sua presenza nel mondo animale ed un ciclo epidemico in cui la zanzara ( vettore) occasionalmente punge l’uomo.
C’è da dire che nel ciclo epidemico entrano, oltre all’uomo, anche altri mammiferi quali i cavalli.
Va aggiunto poi che gli esseri umani, i cavalli e gli altri mammiferi punti dalla zanzara non sono in grado di trasmettere il contagio a soggetti  della stessa specie e ciò, si comprende bene,limita le dimensioni dei focolai epidemici.
Inoltre  nell’uomo e negli altri mammiferi il WNV non riesce ad avere nel sangue concentrazioni tali da consentire l’infezione di zanzare indenni e quindi  continuare a propagare la malattia.
Per queste ragioni l’uomo e gli altri mammiferi sono definiti ospiti accidentali a fondo cieco;  cioè non sono capaci  di perpetuare l’infezione WNV.
Passando agli aspetti clinici della malattia nell’uomo , c’è  da dire che nell’80% dei casi nei soggetti punti dalle zanzare infette non si sviluppano sintomi evidenti mentre nel residuo 20% si rilevano lievi sintomi similinfluenzali.
Solo in un caso su 150 fra  possono comparire sintomi importanti a carico del Sistema Nervoso associati a febbre elevata e disturbi gastrointestinali.
Tali sintomi possono permanere per alcuni giorni ( e solo raramente  per un tempo maggiore),  e poi scompaiono completamente.
Invece in pochi casi  e precisamente negli individui con malattie croniche ( diabete,malattie cardiorespiratorie) si possono registrare danni permanenti.
In un caso su mille,poi, la malattia può complicarsi con una gravissima encefalite  ad esito mortale.
Considerato che per l’uomo,fino ad oggi, non sono disponibili farmaci antivirali specifici o  vaccini ne consegue che per limitare  la diffusione e l’incremento dei casi di malattia NWV la sola possibilità  è rappresentata dalla prevenzione.
Il metodo più efficace, per l’uomo , consiste nell’evitare la puntura di zanzare mediante l’utilizzazione di repellenti cutanei o soggiornando in ambienti protetti ( da zanzariere o con la presenza di diffusori di sostanze in grado di tenere lontani gli insetti ematofagi).
È ugualmente importante fare si che  a ridosso degli ambienti domestici non siano presenti recipienti contenenti acqua stagnante, anche di origine pluviale , e di svuotarli sistematicamente.
In caso di diagnosi della malattia WNV, necessariamente confermata da specifici esami di laboratorio, la terapia ,come è stato detto in precedenza, sarà  solamente sintomatica e, nei casi gravi, anche intensiva.
Per concludere, nel nostro Paese, almeno per ora, la malattia da WNV non sembra destare particolare preoccupazione, ma non v’e dubbio che una vigile attenzione  non soltanto da parte delle istituzioni sanitarie, dei medici ma  anche da parte di cittadini informati sull’argomento rappresenti un elemento importante per individuare precocemente e contenere possibili focolai epidemici.