PECULATO E FALSO, INDAGATI 19 POLIZIOTTI A PRATOLA PELIGNA
Falso, peculato, omissioni d’atto ufficio e furto. Sono queste, a vario titolo, le ipotesi di reato che la Procura della Repubblica di Sulmona contesta a 19 uomini in divisa, tra cui anche due amministratori, in servizio presso la Sottosezione della Polizia Stradale di Pratola Peligna.Si tratta di Alfonso Bartoli, Pasquale Berarducci, Luigi Capaldi, Alessandro Cruciani, Beniamino Del Rosso, Giovanni De Sanctis, Paolo Di Loreto, Sandro Fasciani, Vincenzo Fiorentino, Alessio Imperatore, Luca Madonna, Marco Novelli, Franco Perna, Dino Petrella, Christian Presutti, Gianni Ranieri, Domenico Simonetti, Michele Stinziani, Angelo Tarola. Per loro il Gip del Tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, ha fissato l’interrogatorio di garanzia per il prossimo 15 giugno. Un atto dovuto dopo la richiesta di applicazione della misura cautelare interdittiva da parte della Procura. La maxi inchiesta è finita nel mirino della magistratura dopo un’articolata attività d’indagine, svolta dal 2019 al 2022, tramite intercettazioni telefoniche, pedinamenti elettronici, installazione di gps nelle auto di servizio e analisi delle telecamere di videosorveglianza. L’accusa, per la maggior parte degli indagati, è quella di aver abbandonato il posto di lavoro per intrattenersi, a soli fini personali, in alcuni esercizi commerciali. Inoltre alcuni agenti, senza giustificazione, si sarebbero appartati in zone interdette al traffico per dormire all’interno dell’autovettura durante il turno di notte. Ciò con gravi conseguenze, sempre secondo l’imputazione, sulla sicurezza e sul controllo della viabilità. Alcuni degli indagati sarebbero inoltre accusati di peculato per aver utilizzato per fini privati la vettura di servizio. Mentre la contestazione dell’omissione di atti ufficio si sarebbe configurata perchè qualche agente non avrebbe prestato soccorso ad un veicolo in panne e non avrebbe proceduto alla vigilanza e ai rilievi di un sinistro stradale. Tre anni di indagini e appostamenti che hanno portato sul tavolo della Procura una lunga e corposa informativa. Dal conto loro gli agenti sono pronti a respingere, tramite gli avvocati difensori (Alessandro Margiotta, Andrea Marino, Eva D’Alberto, Marialba Cucchiella) ogni addebito e a contestare tutte le accuse mosse. Al giudice il compito di stabilire se le condotte poste in essere sono solide per applicare la misura interdittiva per 10 di loro (Berarducci, Del Rosso, Imperatore, Madonna, Perna, Petrella, Ranieri, Tarola, Di Loreto), di 1 anno da ogni attività inerente la qualifica di pubblico ufficiale .
Mettere i gps a tutte le auto di servizio e allora si che ne vedremo delle belle: lunghe colazioni, chiacchierate lungo Cordo Ovidio con familiari e amici, operazioni nei vari Uffici Cittadini ecc.ecc. Signori non meravigliatevi siamo in ITALIA…..
Reati gravissimi, che meritano anche più di tre anni di indagine. È la prima volta che sento di qualcuno che dorme al lavoro, (a no giusto una volta o al massimo due qualche deputato sui banchi dell’aula parlamentare) o usa materiali della propria amministrazione per scopi personali o, peggio ancora, compra qualcosa mentre lavora. Serve il pugno di ferro
Si è mai fatto una cosa simile sui magistrati e sui politici eletti ????