IL COMUNE TAGLIA L’ERBA MA DISTRUGGE IL PRATO DEL PARCO FLUVIALE E L’OPERA D’ARTE REALIZZATA DAI RAGAZZI DEL LICEO ARTISTICO

“Dovevano tagliare l’erba e invece hanno praticamente distrutto il parco, con le zone verdi diventate marroni, piene di avvallamenti e erba marcia, infestate da insetti, zecche e parassiti”. Dal Comune, dopo aver atteso per mesi e lasciandolo nel più completo abbandono, avevano annunciato con enfasi il taglio dell’erba nel Parco fluviale, principale polmone verde della città. Dopo tre giorni di lavoro portato avanti con un trattore l’immagine che appare agli occhi degli abituali visitatori è davvero devastante: il prato non esiste più ma solo tracce dei cingoli della macchina operatrice che ha macinato tutto quello che ha trovato sulla sua strada, lasciando ben poco del fantastico prato che ha sempre caratterizzato l’area verde dedicata ad Augusto Daolio, indimenticato cantante dei Nomadi.

Il prato devastato del Parco fluviale

È stata cancellata anche un’opera d’arte realizzata con grande impegno e lavoro dagli studenti del Liceo Artistico di Sulmona, insieme all’artista Alessandro Antonucci, dal titolo “Passaggio”, inaugurata con tanto di targa, il 14 maggio dello scorso anno, alla presenza del sindaco Gianfranco Di Piero e ora svanita nel nulla. Gli studenti avevano lavorato per quattro giorni consecutivi, una sorta di riflessione sul periodo storico problematico caratterizzato dalla pandemia, dalle guerre e dalle crisi climatiche. Un riciclo creativo dato che il materiale per realizzare l’opera erano i resti degli alberi crollati e degli arbusti che altrimenti avrebbero dato degrado al Parco fluviale. Dell’opera restano solo pochi rami colorati di bianco che si sono salvati forse solo grazie al loro colore. “Ho scritto al sindaco per lamentarmi del lavoro che è stato fatto”, afferma l’esponente e responsabile di Direzione Sulmona, Elisabetta Bianchi, candidata a sindaco della città alle passate amministrative. “Gli ho inviato anche delle immagini da cui si vede chiaramente il danno che è stato prodotto dal trattore che non ha tagliato l’erba, ma ha solo distrutto l’intera area verde che caratterizzava il parco cittadino”. Come la Bianchi sono state decine le persone che hanno protestato per il metodo utilizzato dal Comune per tagliare l’erba diventata troppo alta anche a causa del ritardo con cui è stato eseguito l’intervento. “Andava fatto un altro lavoro”, aggiunge Marco Del Signore che ogni giorno frequenta il Parco con il suo pastore tedesco. “L’erba andava tagliata con il tosaerba e non macinata con il trattore. Ora passeranno chissà quanti mesi prima che la natura ci restituisca quello che è stato distrutto in soli tre giorni”.