QUELLA POLEMICA UN PÒ CLASSISTA SULLE PALME DELLA VILLA COMUNALE
di Luigi Liberatore – Finalmente, dovremmo dire. Seppure in ritardo, l’amministrazione ha messo mani al verde pubblico. Non è un’opera ciclopica, non si tratta mica della costruzione delle mura di cinta della città, ma del semplice sfalcio delle erbe e delle erbacce che la stavano soffocando, dal parco Daolio, a via Togliatti e per finire alla villa comunale. Ecco, diciamo che le aree più trafficate e soprattutto quelle più belle ed esposte di Sulmona stanno rivivendo la stagione magica della primavera, per quel senso di pulizia che penetra perfino nelle nostre case, grazie a giardinieri, ruspe e motoseghe. La città, in fondo, è una abitazione di più largo respiro e il solo appunto che si può e si deve fare al Comune, almeno in questo ambito, è che si è mosso con ritardo rispetto alle necessità urbane. Lasciamo perdere le buche e le strade “carrettiere” che restano lì in muta supplica, ma le erbe, erbacce e altra vegetazione spuria stanno scomparendo. Nel progetto, che suppongo sia stato predisposto dall’assessorato con la consultazione e il parere tecnico di qualche esperto, è stato inserito anche l’abbattimento delle palme della villa comunale, non so se per qualche problema di natura botanica, certamente anche in ragione dei lavori di riqualificazione urbana di quel polmone verde cittadino. Così è stato, e certamente si procederà a nuova piantumazione di alberi in coerenza con l’habitat e l’ambiente circostante, come peraltro assicurato dal Comune. L’iniziativa, tuttavia, ha suscitato qualche perplessità e molte proteste, soprattutto da parte degli abitanti della zona che rispetto alle innovazioni introdotte stanno facendo rilevare che l’abbattimento delle palme ha sminuito, se non il valore, il fascino degli immobili circostanti alla villa che si richiamano allo stile liberty. E’ una ragione e una visione delle cose che non mi va di svilire, anzi; tuttavia le esigenze di riqualificazione urbana non coincidono col fermo immagine, nel senso che spesso vanno a disturbare un contesto edilizio che non può a sua volta imprigionare la realtà che muta. Per me la protesta è un poco classista, ma guardiamo il lato positivo della vicenda: il Comune si è mosso, semmai con ritardo, con una buona iniziativa. E vi pare poco?
Attento che i cittadini potrebbero rivoltarsi perché il comune fa troppe cose !!
Nulla importa che le falde acquifere siano avvelenate e che i cittadini stiano morendo di cancro.
Mondo pazzo