IL TENNIS IN VITE INATTESE
di Massimo di Paolo – Gli Internazionali d’Italia: Tennis, aristocrazia e fiumi di denaro. Al Foro Italico di Roma. Uno degli eventi turistici, sportivi e culturali più importanti in Italia.
Se si pensa allo sport e ai cambiamenti avvenuti nelle diverse discipline, allora dobbiamo pensare al tennis. Il tennis ha subito negli ultimi trenta anni rivoluzioni di ogni tipo. Tipologia di gioco, agonismo, struttura tecnica, strategie e tattiche, capacità mentali, forme di preparazione, costume, rituali, business, immagine. E poi loro: i campioni. “Atleti eroi” che dell’eroe antico fanno trasparire ogni cosa. Forza, energia, vitalità, irascibilità, sudore, lotta, valori, lacrime e psicologia difficile: di gloria, fragilità e dolore.
“Tutti guerrieri e poi c’era lui il più forte, irriducibile, giovane: un semidio”. Omero scelse Achille come l’emblema del guerriero, interpretato nel tennis di oggi da chi occupa il primo posto nel ranking mondiale: il più forte nel qui ed ora. Il campo da gioco come terreno di battaglia senza ambivalenza l’uno contro l’altro senza filtri e senza aiuti: un match dopo l’altro rompendo la retorica della bellezza della fatica e del gusto dell’impresa. C’è chi vince e c’è chi perde. Tutto si esaurisce ma ogni gesto, ogni match, ogni vittoria rimane per sempre. Ma anche ogni sconfitta e ogni tramonto. Il tennis è un addensante di storie, di narrazione, riporta alla guerra ai combattimenti alla sofferenza agli abbandoni. Fiumi di inchiostro, melassa di parole che decantano una sorta di idolatria per il semidio di turno. Da Montale a Bassani, da Emanuele Kraushaar a Giulio Sordini fino al poeta dei poeti del tennis Gianni Clerici e ai commentatori nostrani: meno poeti ma capaci di narrare il tennis moderno come Paolo Rossi su “Repubblica”.
Stelle tramontano e stelle sorgono, eroi muoiono ed eroi nascono. Giovani, belli, forti e fragili. Tremendamente fragili. Infanzie trafugate, sofferte e negate. Violentati nella fantasia e nella libertà della giovinezza, schiavi dell’ordine, della disciplina, della ripetitività, del rigore. Disumani per negazione di sé, capacità di accettazione, quantità di lavoro: isolamento. Matador di paure in arene gonfiate da sponsor e denaro. Spessi circondati da lupi a caccia di successo, di affermazione, disposti a sacrificarli e a negarli. Le storie tra allenatori e atleti: un romanzo a parte. Buonismo e accudimento infarcito spesso da cinismo e manipolazione. Storie di famiglie compulsive e disfunzionali: le sorelle williams con il padre, Agassi e Djoković con la sua rappresentazione di sacrificio e di riscatto.
Celebrati come martiri o come eroi sul manto di un campo da tennis. Dietro le lacrime del ritiro del più grande Federer, troviamo la sofferenza del più amato Nadal e la solitudine di Novak. Con queste tre stelle del tennis ormai vecchi eroi destinati alle memorie vogliamo presentare i nostri suggerimenti: Di Sandro Moreno, I Tre – Federer, Nadal, Djoković – e il futuro del Tennis. Edizioni 66THA2ND.
Per una visione e una narrazione di una storia di vita:
APPLE TV+, una docuserie in due puntate che racconta uno dei più grandi tennisti di sempre: Boris Becker – sono meglio di prima-. A 17 anni vinceva Wimbledon. A 54 finiva in galera. Una vita turbolenta di un campione che dietro le sbarre imparava a perdere.