COCULLO: 9 LUPI AVVELENATI, UCCISI ANCHE 5 GRIFONI E 2 CORVI IMPERIALI

Nei giorni scorsi il personale e i volontari di Rewilding Apennines e di Salviamo l’Orso, durante alcune attività di monitoraggio e controllo condotte insieme ai Carabinieri Forestali e al Servizio di Sorveglianza del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise hanno rinvenuto le carcasse di 9 lupi, 5 grifoni e 2 corvi imperiali morti per avvelenamento. 

Gli animali uccisi sono stati ritrovati tutti nel territorio di Cocullo al fuori dì  aree protette ma nell’importante corridoio ecologico che unisce il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e il Parco Naturale Regionale Sirente Velino, zona frequentata anche dal raro orso bruno marsicano. Negli anni scorsi nella stessa area e nello stesso periodo erano state avvem lenate e uccise anche due aquile reali. Le associazioni protezionistiche ricordano che «Lo spargimento di bocconi avvelenati o carcasse con veleno sul territorio è una pratica criminale che deve essere combattuta e condannata e che rappresenta una minaccia per la sicurezza, non solo della fauna selvatica, ma anche dell’uomo e degli animali da compagnia. L’impatto di queste attività illegali è enorme e spesso difficile da verificare nella sua totalità, riflettendosi a cascata su tutti gli animali che di volta in volta si alimentano su queste fonti». Per questo, Rewilding Apennines, Salviamo l’Orso, Io Non Ho Paura Del Lupo, Stazione Ornitologica Abruzzese, Storia della Fauna, LIPU, Altura, Orso & Friends, Appennino ecosistema, Ente Nazionale Protezione Animali, FederTrek, Paliurus, Mountain Wilderness, Ambiente e/è Vita, Dalla parte dell’Orso, Wwf Abruzzo, Pro Natura Abruzzo, CONALPA, CAI Abruzzo, Ecotur, Intramontes e Wildlife Adventures hanno inviato una lettera alle autorità nazionali, regionali e locali competenti in materia ambientale e di polizia giudiziaria per chiedere con forza «Incisive azioni di prevenzione del fenomeno degli avvelenamenti e di rafforzare le procedure di intervento e investigazione, al fine di ridurre il più possibile questo gravissimo rischio per la biodiversità e per le comunità umane, rendendosi disponibili a un incontro». Le associazioni si rivolgono anche «A ogni singolo cittadino, affinché sia consapevole che questi crimini sono purtroppo ancora presenti e possa farsi portavoce di una cultura diversa, fatta di conoscenza e rispetto della natura, di attaccamento al luogo e di coesistenza con la fauna selvatica».