TUTTI A FAR TIFO PER L’ORSO: E QUEL GIOVANE UCCISO…?
di Luigi Liberatore – Tre o quattro cose mi hanno fatto riflettere sulla vicenda dell’orso trentino, la cui storia non sto qui a riproporvi dacché le nostre notti sono ormai popolate di orsi e di visioni bucoliche di quell’animale a spasso tra verdi radure, e molto meno di quel giovane ucciso mentre correva nel bosco. Una premessa: noi tutti, insieme al runner morto e all’orso aggressore, siamo vittime, inconsapevoli, di un mostro davvero pericoloso, cioè la macchina mediatica, quella nazional popolare soprattutto, che ci riduce, giorno dopo giorno, a delle spugne. Assorbiamo, ripeto inconsapevolmente, il bombardamento omologato delle notizie fino a toglierci il senso critico. Ho visto l’onorevole Brambilla, l’animalista, fuori dalla cittadella ecologica nella quale è rinchiuso l’orso aggressore. Assieme alla onorevole c’erano tre o quattro adepti ad inneggiare per la incolumità dell’animale, ma con una decina di tivvù al seguito per cui già ci hanno fatto credere che lì fuori ci fosse l’Italia intera. Mi sono chiesto se quei manifestanti si siano prima inginocchiati, con l’onorevole, sulla tomba del giovane morto. Ho letto che un sindaco di un Comune campano abbia chiesto al presidente della provincia di Trento, al quale vogliono in coro assegnare la parte del macellaio di Treblinka, di trasferire gli orsi aggressori da quelle parti, come dire che lì ci sia l’eden e nel Trentino l’inferno. Anche da Sulmona, mi sembra, sia partita una diffida per quel presidente a non torcere un capello, pardon un pelo, all’animale, sennò è pronta una querela per non so quale ipotesi di reato. Questo è niente rispetto ad un gruppetto, che definire non so bene, munito di una variegata cartellonistica tutta protesa a difendere l’orso da quella che appare una decisione saggia presa dagli amministratori trentini, sostenuta dai valligiani stessi che conoscono e abitano quelle montagne: l’abbattimento. Un cartellone recava questa scritta: “Viva gli orsi, viva la libertà, viva il 25 aprile”. Guardate, io non ho capito cosa volessero dire mischiando la lotta partigiana, l’inno alla libertà, con un orso che aggredisce e ammazza un cristiano. Non lo so se stiamo perdendo il senso critico delle cose, oppure stiamo scivolando nell’anarchia del pensiero. Non è colpa nostra. Anzi, sì. Se solo smettessimo per qualche tempo di andare a rimorchio di tutte le tivvù e cercare, invece, quel bene prezioso che si chiama buon senso.
Buon senso è finito e oggi si vive di assurdità e vilipendi.
Non si può creare il buon senso senza prima rendersi conto di come l’ambiente e l’essere umano funzionino.
C’è lo stato e i suoi esperti funzionari che sanno tanto delle situazioni in cui ci troviamo ma non riescono o vogliono fare un bel niente finché non arrivi l’ennesima rivoluzione con le sue conseguenze.
Mi sentirei molto meglio se voi giornalisti poteste concentravi sull’ambiente e gli scempi continui da sistemare sopratutto nel cuore della valle Peligna e della regione verde d’Europa.
Poi forse si potrà affrontare il nodo animale perché noi apparteniamo a questa categoria e crediamo di essere superiori sapienti.
Pensi veramente che ci sia qualche burocrate o amministratore pronto ad ascoltare ed agire ? La legge è inutile, diseguale e non applicata ma prova a fare nomi di persone indiziate o indagate e subito la stessa si riprende. Non ci sarà mai giustizia e buon senso finché la legge non sia giusta e applicata.