CRISI COGESA E RISCHIO FALLIMENTO, TOCCA ALLA POLITICA SALVARE LA SOCIETÀ
Gli atti compiuti dall’ormai ex amministratore unico del Cogesa Franco Gerardini non avendo avuto l’efficacia dichiarativa con l’iscrizione alla camera di commercio, non potrebbero essere opposti ai terzi e rischiano di essere nulli. Tra questi tutti i pagamenti ordinati, gli incarichi disposti e tutte le determine che hanno efficacia presso terzi. Lo dice chiaramente il tribunale dell’Aquila in un passaggio del decreto in cui stabilisce che anche una semplice nomina di un dipendente potrebbe scontentare un’altra persona che a sua volta, potrebbe impugnare il provvedimento contestato con il risultato che l’atto risulterebbe nullo perché non opponibile a terzi. Insomma la situazione del Cogesa è molto delicata e lo diventa ancora di più se si considera che i giudici aquilani hanno anche ordinato la trasmissione degli atti alla procura per le determinazioni di competenza. In buona sostanza la procura dovrà verificare i presupposti dello stato di insolvenza della società che qualora fosse accertata sarà il direttamente il pubblico ministero a presentare istanza di fallimento della partecipata al giudice civile. Una situazione quindi, delicatissima che dovrebbe spingere tutti i Comuni soci e per loro i sindaci che li rappresentano, a perseguire una linea comune per cercare di salvare la società che si occupa del ciclo integrato dei rifiuti per conto di 64 Comuni dell’Abruzzo interno e con essa anche tutti i posti di lavoro. Facendo i conti della serva emerge che il quadro societario è davvero allarmante, come più volte dichiarato dallo stesso Gerardini, con i crediti non riscossi che sfiorano i 9 milioni di euro, tariffe irrisorie per alcuni Comuni come L’Aquila che non fa la raccolta differenziata, 43 contenziosi tra il personale, un terzo dei dipendenti usato per mansioni superiori e la discarica ormai arrivata ad esaurimento. Tutto questo è il risultato di una politica sbagliata che ha fallito prima ancora della società e che ora deve assolutamente far quadrato mettendo da parte bandiere, bandierine e interessi di bottega per cercare di uscire dalle sabbie mobili in cui rischiano di affondare tutti.
Comunque noto con dispiacere che non nominate mai le persone che stanno causando tutti questi problemi per non dire di quelli che hanno scempiato l’ambiente e il Cogesa.
E mi raccomando non firmate più articoli vari che così non finirete alla magistratura prima del 2050 !!!
Cioè fateci capire: crediti non riscossi, personale utilizzato con mansioni superiori e conseguente rischio di ulterioe conflittualità, situazione debitoria alle stelle e paga il cittadino? Non credo proprio. La politica che è stata l’artefice primo della attuale situazione ora dovrebbe trovare le soluzioni? Ma siamo seri, ci pensi la magistratura a far emergere le responsabilità! Finalmente si usi il principio ” chi rompe paga “
La magistratura non farà niente o in tempo !!!
Pure loro sono compromessi poiché politicizzati.
Non rimane che fare amministrare questo schifo dai soliti che sanno come manovrare rifiuti.
Dovremmo mettere a turno uno di quei sindaci ribelli a manovrare il tutto così forse imparerebbero qualche cosa.