A COGESA COME IN UN MONASTERO CHI PIÙ SPORCA LA FA DIVENTA PRIORE

di Luigi Liberatore – L’Italia è un paese stravagante. E tra le stravaganze italiane rientrano pure le sentenze della magistratura che se recano con sé il dogma del rispetto, ci lasciano la libertà di poterle commentare. Voglio subito chiarire che
quel termine stravagante non suoni di offesa né per la magistratura, né per il popolo nel nome del quale le sentenze vengono emesse. Ieri l’altro, la sezione speciale “Imprese” del tribunale dell’Aquila ha sostanzialmente licenziato Franco Gerardini, l’amministratore unico di Cogesa, nominato tale dall’assemblea dei soci nella seduta del 30 dicembre scorso. In quella stessa seduta, prima di nominare Gerardini , l’assemblea dei sindaci-soci
aveva proceduto alla revoca del consiglio di amministrazione in carica per “giusta causa”. In quelle due parole era racchiusa tutta la sporca vicenda di Cogesa: il declino dell’azienda che raccoglie e tratta i rifiuti di 64 Comuni di questo entroterra aquilano, che in quel fine anno continuava, con quella governance esistente, a sommare debiti; a non riscuotere crediti per 9 milioni; a favorire l’inquinamento ambientale delle aree di insediamento consentendo al Comune dell’Aquila di conferire tonnellate di rifiuti indifferenziati (schifezze) a quattro soldi e in maniera agevolata. “Giusta causa” disse quella sera l’assemblea dei sindaci, per non elencare, presumo, tutte le indecenze amministrative rilevate. Il magistrato è stato di diverso avviso, nel suo decreto ha scritto che “la revoca ha una valenza ritorsiva”, per cui si torna al punto di partenza: fuori il nuovo amministratore unico, dentro il vecchio Cda: con tanto di red carpet, aggiungo io. L’unica definizione che mi è venuta in mente, all’epilogo di questa vicenda, è che
possa trattarsi della solita stravaganza tutta italiana. Vi passa per la testa qualcosa di diverso? Per continuare il discorso, però, devo dire a chi legge che il magistrato del tribunale dell’Aquila ha ordinato che tutti gli atti relativi alla faccenda vengano trasmessi alla Procura della Repubblica, avendo rilevato criticità profonde in Cogesa, ormai sull’orlo del fallimento, per cui l’iniziativa mi sembra che dia sostanza e rafforzi semmai quella decisione di fine anno presa dai sindaci-soci di mandare a
casa il consiglio di amministrazione. Ho sempre sostenuto che quegli undici sindaci che vollero Franco Gerardini al vertice dell’azienda avessero fatto la cosa giusta, chiamando al capezzale di Cogesa un manager eccellente, onesto prima ancora di essere competente, il quale in questi pochi mesi ha gettato le basi per raddrizzare la società. Un talento bruciato dalla caparbietà di altri sindaci che perseguono interessi meno nobili, nel senso che non coincidono con quelli di salvare Cogesa; uomo istituzionalmente formato che si è dimesso un minuto dopo l’uscita del provvedimento giudiziario. E’ rientrato al governo di Cogesa il vecchio Cda. Mi è venuto in mente che in ogni monastero che si rispetti, chi più sporca la fa diventa priore…

3 thoughts on “A COGESA COME IN UN MONASTERO CHI PIÙ SPORCA LA FA DIVENTA PRIORE

  • Con tutto il rispetto….. non mi pare Gerardini abbia fatto granché .. se non attestare uno stato di cose di cui tutti i sindaci e gli amministratori erano consapevoli da tempo! … i crediti riscossi non sono certo dovuti a chissà quali operazioni finanziarie o amministrative… mi viene da pensare se Sulmona non avesse pagato una tranche del suo debito di che cosa stavamo a parlare! Scrivere articoli su una vicenda così complessa rischia di far passare chi scrive come davvero poco informato dei fatti e delle vicende che hanno portato aimè uno dei sindaci illuminati (o meglio il suo comune- Cansano) a vendere le quote per far si che L’Aquila conferisse i suoi rifiuti in discarica! Facile criticare la magistratura quando non rispetta ciò che ci si attende….. tempo fa i suoi articoli erano divertenti…. ora più nemmeno questo!

  • Certo stravagante, ma e’ riduttivo e fuorviante direi… Sono un cittadino onesto e contribuente, bisogna precisarlo in Italia e a Sulmona…condivido in toto, l’analisi del sig.Luigi, aggiungo, ma quando ci decidiamo di far contare, pesare, maggiormente la volonta’ dei comuni cittadini…… Non possiamo tollerare, ulteriormente, questa sudditanza, che risale alla rivolta dei ns. padri, con le palle… Jam mo’… A proposito, vedi l’evento di S.Celestino; i contributi di milioni di euro, dove vanno? a l’aquila, a Sulmona?… l”elemosina… Grazie al comitato, associazione, fondazione, che sia,
    Celestiniana di Sulmona…. Potrei andare avanti…. Ora basta!!!: e’ il vecchio Cda, che va processato e condannato a restituire, alla cittadinanza, Cogesa, l’ ammanco…. Questo sopruso dobbiamo farlo diventare una battaglia, ..smascherando i Sulmonesi venduti politicamente, schierati dall’altra parte, e portare a casa il vero risultato… Aldo.

  • La magistratura è assolutamente uno scandalo come già ripetuto più volte. Sono così presi male e politicizzati che non vogliono funzionare e preferiscono seguire la solita stravaganza tutta all’italiana che crea un ambiente avvelenato e la morte dei suoi cittadini che dovrebbe proteggere ( per non parlare di turismo, lavoro, transizione ecologica e giustizia uguale per tutti )

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