TELEFONINI DESTINATI AI DETENUTI, RESTA IN CARCERE IL POLIZIOTTO PENITENZIARIO

Resta in carcere Massimo De Santis,  l’agente penitenziario di 53 anni, M.D.S., originario di Campobasso arrestato l’altro giorno mentre cercava di introdurre all’interno del carcere di Sulmona tre microcellulari, per la procura, destinati ai detenuti. Dopo aver convalidato l’arresto il giudice per le indagini preliminari Alessandra De Marco, ha disposto la custodia cautelare in carcere accogliendo la richiesta del sostituto procuratore Stefano Iafolla. Per il giudice esiste infatti la possibilità che il poliziotto, una volta rimesso in libertà, possa inquinare le prove. Di parere contrario il difensore dell’indagato, l’avvocato Alessandro Margiotta, il quale pur ammettendo la violazione della norma sull’introduzione dei microcellulari in carcere, ha sostenuto che non è dimostrabile che quei telefonini fossero destinati ai detenuti. Nel corso dell’udienza di convalida, l’indagato ha risposto alle domande del giudice spiegando che quel giorno stava rientrando in servizio dopo un periodo di malattia e che era in ritardo, tanto da dimenticarsi la pistola d’ordinanza sul letto di casa. “Quando mi sono accorto che avevo i telefonini in tasca”, ha detto De Santis, “avevo già varcato la porta d’ingresso. Ho chiesto ai colleghi di poter tornare indietro a posarli e a prendere la pistola, non mi è stato consentito”. Una giustificazione che non ha convinto il gip De Marco, che ha disposto la custodia cautelare in carcere. Misura contestata dalla difesa perché troppo pesante e afflittiva. “Era più giusta la detenzione domiciliare”, spiega l’avvocato Margiotta, “anche perché non vedo come da casa il mio assistito avrebbe potuto inquinare le prove. Di sicuro impugneremo il provvedimento del giudice davanti al tribunale del riesame”.

 

 

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