GIOVANE VIOLENTATA DOPO IL DROGA PARTY, È PARTITO IL PROCESSO CONTRO UN 47ENNE DI SULMONA
È iniziato ieri davanti al tribunale di Sulmona riunito in seduta collegiale, il processo a carico di S.R. 47enne sulmonese accusato di violenza sessuale, lesione e furto. Processo che è stato subito rinviato per difetto di notifica. La vicenda in discussione è molto delicata e fa riferimento al febbraio del 2021, quando i due passarono una notte insieme. La giovane donna ha raccontato che il 47enne di fronte al suo rifiuto ad avere un rapporto sessuale, l’avrebbe sollevata di peso e obbligata a sedersi sul tavolo della cucina. Quindi dopo averla ripetutamente schiaffeggiata, colpita con i pugni sui fianchi, sulle costole sulla schiena, le avrebbe strappato i leggins costringendola a subire un rapporto sessuale. Ancora appagato per quello che aveva fatto, sempre secondo le accuse raccolte dalla procura di Sulmona, l’uomo le avrebbe sequestrato il telefonino per impedirle di chiedere aiuto. La mattina, sul presto, la ragazza con una scusa è riuscita a scappare e a recarsi al commissariato per denunciare l’incubo che aveva appena vissuto. In sede di udienza preliminare l’imputato, come aveva fatto davanti al giudice per le indagini preliminari, si è difeso sostenendo di non aver fatto alcuna violenza alla giovane ma che la stessa sarebbe stata pienamente consenziente. La mattina del 2 febbraio, lo stesso giorno della denuncia e della conseguente perquisizione, la giovane è stata accompagnata in ospedale dove i medici l’hanno sottoposta a visita per accertare l’entità delle lesioni e l’avvenuta violenza. Nel corso della fase preliminare il sostituto procuratore Stefano Iafolla ha chiesto e ottenuto un incidente probatorio per cristallizzare il racconto della giovane ordinando anche l’esame del liquido seminale trovato sui vestiti della ragazza. Dagli accertamenti eseguiti è emerso che il liquido seminale non è riferibile all’imputato come ha fatto notare l’avvocato difensore, Stefano Michelangelo. Mentre secondo la parte civile ciò sarebbe dovuto al fatto che il rapporto tra l’imputato e la vittima non si sarebbe concluso. Inoltre impronte del 47enne sarebbero state trovate sui vestiti indossati quel giorno dalla giovane donna. La difesa è convinta di riuscire a smontare tutte le accuse, mentre per il pubblico ministero non ci sarebbero dubbi sulla colpevolezza dell’imputato. Una battaglia giudiziaria tra accusa e difesa che continuerà nella prossima udienza che si terrà il prossimo 13 giugno.