MORTE PAZIENTE COVID: A GIUDIZIO INFERMIERE DI INTRODACQUA
È stato rinviato a giudizio perché ritenuto responsabile di essersi allontanato dal reparto di rianimazione dell’ospedale Covid dell’Aquila, lasciando sola una paziente che in quel frangente, rimase chiusa per la porta difettosa, e morì. Si tratta di Pietro Ciamacco, infermiere 44enne di Introdacqua; la prima udienza del processo è stata fissata per il prossimo 21 di giugno. La vicenda, sicuramente molto particolare, fa riferimento all’ottobre del 2020, quando una donna di 65 anni fu ricoverata nell’ospedale covid e dell’Aquila dopo aver contratto il Coronavirus. Improvvisamente, il 3 novembre, le condizioni della donna, ebbero un peggioramento. In quel momento al capezzale della donna c’era l’infermiere di Introdacqua, il quale resosi conto della gravità della situazione si allontanò dalla stanza dove era ricoverata la paziente per avvisare il medico del reparto. Ma appena uscito dalla stanza la porta rimase bloccata dall’interno. Quando, dopo un quarto d’ora infermiere e dottore riuscirono ad entrare nella stanza, per la donna non c’era più nulla da fare.
Secondo i familiari della donna vi fu imperizia da parte del personale sanitario e in particolare l’infermiere per aver violato l’obbligo della vigilanza della paziente ricoverata in terapia intensiva. “È davvero incredibile che in un luogo dove bisognerebbe sentirsi al sicuro, possano verificarsi degli episodi tanto gravi come quello della porta che rimane bloccata a causa serratura che non funziona”, afferma il difensore dell’imputato, l’avvocato Alessandro Scelli. “Imputare le responsabilità del guasto al mio assistito mi sembra davvero una forzatura. E lo dimostreremo in fase dibattimentale”.