DA SULMONA A ROMA CON IL BUS DEI DESIDERI
di Luigi Liberatore – Si chiama TUA: è l’azienda regionale dei trasporti pubblici della regione Abruzzo. L’acronimo è accattivante ma beffardo perché in quel termine non c’è nulla di buono riservato per noi, ma solo delusione e rabbia. La società ha fatto sapere che da ieri è stata soppressa la corsa delle 6 sulla tratta Sulmona-Roma, riducendo insomma i collegamenti per la capitale a due sole coppie delle sei esistenti fino a tre anni fa. Prima ancora, cioè prima che apparisse il Covid, i collegamenti tra Sulmona, Avezzano e Roma erano, se non eccellenti, almeno soddisfacenti. Poi è arrivato il virus a complicare la faccenda, sicché, con la scusa della emergenza sanitaria, Sulmona, la Valle Peligna e l’Altosangro, centri di pendolarismo cronico, sono rimasti tagliati fuori dal sistema dei trasporti, considerati alla stregua di rami secchi. La gente, i lavoratori, sono costretti da tempo a fare tortuosi giri con abbonamenti plurimi tra strada ferrata e autobus, spesso integrati con mezzi privati, pur di raggiungere i luoghi di lavoro fuori dall’Abruzzo. Il fine settimana, poi, è un disastro: Una sola corsa il sabato da Sulmona per Roma, la domenica niente, come nel libro della Genesi: d’altronde pure Dio riposò. C’è ancora un aspetto di questa vicenda che sa di disprezzo: i pendolari del vicino Altosangro che devono raggiungere Roma, o qualsiasi altro viaggiatore che per qualsiasi altro motivo deve recarsi alla capitale, trovano vantaggioso prendere il treno da Isernia. Capite ancora che razza di governance c’è alla guida dell’azienda regionale abruzzese dei trasporti (mi rifiuto di chiamarla TUA perché noto che nell’acronimo si nasconde la beffa), la quale ci dirotta perfino in Molise. Quell’azienda è un muro di gomma; aivoglia ad incontrare funzionari e drigenti che sono bravi a dispensare promesse o ad illustrare progetti futuristici di razionalizzazione dei trasporti: tutti cortigiani del sistema. Ci stanno sbattendo il muso da tempo il sindaco di Sulmona, quello di Pratola; adesso interloquisce col presidente De Angelis, a suon di comunicati, l’assessore al comune di Sulmona, Attilio D’Andrea, il quale è giovane, volenteroso, apprezzabile per l’impegno ma disarmante in fatto di ingenuità. Lì, in azienda, hanno promesso che a Sulmona investiranno un milione e mezzo di euro per la realizzazione di un impianto a metano aservizio degli autobus, dicendo che “renderà strategica la posizione di Sulmona”. Parole volatili come il metano stesso. Intanto con la storia della razionalizzazione del sistema continuano a tagliare corse: alla stessa maniera, col termine razionalizzazione, hanno ridotto in macerie la sanità nel Centro Abruzzo, togliendo dignità agli ospedali di Sulmona e Castel di Sangro. Quousque tandem? Finchè un mattino troveremo innalzate quelle in cui sono maestri i francesi: les barricades, incendiate, magari, da qualche molotov in libera uscita. Allora, forse, si potrà ragionare. Intanto adesso a Roma ci andiamo a bordo di un bus chiamato desiderio…
A me è capitato il contrario. Se da Roma voglio andare a casa che ho a Corfinio impiego 6 ore. Perché da Roma a Pratola la mattina non ci sono pullman e prendendo il trenoche e’ solo un accelerato che impiega 5 ore con cambio ad
Avezzano.
Ho provato a parlare con un funzionario citando che esiste una disciplina matematica che si chiama RICERCA OPERATIVA che ottimizza i percorsi e tempi.
Mi hanno chiuso il telefono in faccia.
Incompetenti è non uso parolacce.
Ho avuto modo di interloquire con un dirigente TUA… posso solo definirlo:OTTUSO!!!
Finalmente ci sei arrivato!!!
Senza molotov e barricate niente cambierà ma continuate pure con stupidate e politica.