TENTATA ESTORSIONE, CHIESTO IL RINVIO A GIUDIZIO PER I VERTICI DEL COMUNE DI RIVISONDOLI
Si è chiusa con la richiesta di rinvio a giudizio l’inchiesta che vede coinvolti i vertici del Comune di Rivisondoli: sindaco, vicesindaco e avvocato del Comune. I tre sono accusati di tentata estorsione ai danni di alcuni personaggi originari del napoletano. In particolare il sindaco Giancarlo Iarussi, il suo vice Roberto Ciampagliaa e l’avvocato del Comune Tania Liberatore sono accusati di aver chiesto la somma di circa 20 mila euro per sanare un abuso edilizio uno dei quali a napoletani uno dei quali è stato condannato nei tre gradi di giudizio penali proprio per aver costruito senza autorizzazione del Comune, la scala di accesso alla propria abitazione direttamente sulla pubblica strada. A supporto dell’accusa ci sarebbe pure una registrazione dell’incontro in cui, secondo l’accusa, sarebbe avvenuta la richiesta. Gli indagati, sin da subito, avevano spiegato di aver agito esclusivamente per l’interesse dell’ente, fornendo ampia documentazione al riguardo, ribadendo pure che l’incontro finalizzato alla transazione è stato svolto nell’Aula Consiliare del Comune e in presenza di altri amministratori. Recentemente la Corte di Cassazione aveva dichiarato inammissibile il ricorso cautelare della Procura che aveva chiesto ai giudici capitolini di ripristinare la misura dell’obbligo di firma, applicata inizialmente dal Tribunale e revocata dal Riesame dell’Aquila. Inoltre, sempre la Cassazione, aveva rigettato pure il ricorso contro la revoca della misura interdittiva del vice sindaco. Dopo la richiesta avanzata dal sostituto procuratore Edoardo Mariotti, titolare dell’inchiesta, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, ha fissato l’udienza per il prossimo 14 settembre quando dovrà decidere se rinviare a giudizio i tre imputati o proscioglierli.
Se non si riesce a prendere decisioni durante l’udenzia cosa cambierà a settembre ???
Adesso capisco come mai i tribunali non funzionano e ovviamente la giustizia non è uguale per tutti.