POPOLI, SVUOTÒ I CONTI DI DUE ANZIANI, EX DIPENDENTE DELLE POSTE CONDANNATA A 4 ANNI E DUE MESI
Era finita sotto processo per peculato per aver alleggerito i conti correnti ad una coppia di anziani di Popoli. Ieri il tribunale di Pescara l’ha condannata a 4 anni di due mesi di reclusione. Si tratta di una ex dipendente delle poste, Luciana Serafini, 65 anni di Popoli accusata di essersi impossessata, nel corso del tempo, di ben 84 mila euro. Una vicenda, infatti, che si sarebbe protratta nel tempo: secondo la procura di Pescara tutto avrebbe avuto inizio nel 2014, data in cui sarebbero cominciati questi prelievi sul conto della coppia di anziani di Popoli, prelievi che sarebbero andati avanti fino a febbraio del 2018. Quindi circa quattro anni per togliere dal conto dei due 84 mila euro: questa è infatti la cifra che il pubblico ministero Anna Benigni ha quantificato al termine dell’inchiesta a carico della dipendente delle Poste. Grazie alla conoscenza e alla fiducia che le parti offese riponevano nella dipendente e alla disponibilità mostrata da quest’ultima che conosceva le problematiche legate all’età dei due correntisti, la donna aveva accettato di agevolarli: così, con grande soddisfazione delle incolpevoli parti offese, l’imputata si disse disponibile a prelevare ogni mese il rateo della pensione che poi lei stessa provvedeva, puntualmente, a consegnare alla coppia presso la loro abitazione. Una comodità non di poco conto per gli anziani. Solo che, ogni mese, l’imputata non si limitava a prelevare la pensione del mese in corso, ma prendeva di più e la differenza l’intascava lei: almeno è questa l’ipotesi di reato. I conti erano due: uno intestato alla coppia e uno soltanto alla donna. E infatti, dalle indagini risulta che sarebbero stati prelevati 66mila euro dal libretto intestato alla sola donna, e 17mila euro da quello intestato ad entrambi i clienti. In tutto l’imputata avrebbe effettuato, come ricostruito dalle Poste e dall’inchiesta, ben 100 prelievi nell’arco dei quattro anni. Il tutto sarebbe stato scoperto alla morte di uno dei due anziani, quando la figlia della vedova si recò alle Poste per verificare la situazione dei due conti e fece la triste scoperta. La coppia parte offesa, assistita dall’avvocato Sergio Della Rocca, si è costituita parte civile chiedendo un risarcimento di 100mila euro alle Poste. E quest’ultima, chiamata in causa come responsabili civile dalle parti offese, a sua volta si è costituita parte civile nei confronti della dipendente che, naturalmente, è stata licenziata. Poste Italiane sostengono, in sintesi, di essere venute a conoscenza dei comportamenti illeciti della dipendente dopo le indagini della magistratura e di aver quindi provveduto a licenziarla, non si sa se il provvedimento sia stato o meno opposto dall’imputata. Un modo per parare l’eventuale colpo del risarcimento del danno chiesto dalle parti offese. «Non pare quindi attribuibile a Poste Italiane», scrive l’istituto nella memoria del responsabile civile, «alcuna responsabilità in quanto l’evento lamentato dalle parti offese è costituito da comportamenti illeciti posti in essere dalla dipendente in totale autonomia». Ieri la condanna
AH, dicevo io, mi pareva strano.È il tribunale di Pescara, non quello di Sulmona.