QUANDO AL TRIBUNALE DI SULMONA ARRIVÒ UN MAGISTRATO “SAVIO”…

di Luigi Liberatore – Mi sono sempre chiesto se si possa parlare dei magistrati. Che sia pericoloso parlarne male, lo immagino; non so cosa possa succedere quando se ne parli bene in vita: Chiariamoci, in attività. Siccome non sono dei santi, penso che se ne possa parlare liberamente. Ho appreso poco fa la notizia che il giudice Valerio Savio è stato nominato, dal Consiglio superiore della magistratura, presidente aggiunto all’ufficio del Gip del tribunale di Roma, carica davvero prestigiosa. Il dubbio iniziale si è subito dissolto: ne posso parlare perché il giudice di cui trattiamo io l’ho conosciuto personalmente dal giorno in cui arrivò a Sulmona come sostituto procuratore. Erano gli anni novanta, un periodaccio per il palazzo di giustizia per le evidenti e stridenti tensioni esistenti tra il tribunale e la stessa procura della repubblica, sotto l’incalzare di una inchiesta di Perugia a carico dell’allora presidente Bonavitacola. Io facevo il giornalista, e qualche “spazzolata” l’avevo pure rimediata da quel tribunale, sicchè quando seppi dell’arrivo del magistrato pensai: meno male, ne arriva uno buono, se non altro rassicurante per il cognome che portava: Savio. E’ stato cinque anni a Sulmona, un periodo breve ma che ha saputo connotare con una spiccata attività intorno al mondo della pubblica amministrazione, alla castigazione degli illeciti in materia edilizia, per cui si portò dietro una definizione, ingiusta, di ammazza sindaci. Fu invece un pm equilibrato anche se intransigente, ed era per me piacevole sentire le sue requisitorie e snocciolare i capi di imputazione in un italiano
spesso attraversato da gustose infiltrazioni in dialetto romano. Per gli imputati, immagino, che non fosse tanto rassicurante perché in udienza sovrastava tutti dall’alto della sua persona: un metro e novanta, se non mi sbaglio. Era giovane ma già tanto bravo, per cui la sua nomina da parte del CSM a presidente aggiunto all’ufficio del GIP di Roma, a vent’anni dal trasferimento da Sulmona, non può che confortare la mia prima intuizione. Però, mica se ne può uscire così. Alla fine un difetto ce l’ha e anche macroscopico: è tifoso della Roma. Questo sì che è un reato.

One thought on “QUANDO AL TRIBUNALE DI SULMONA ARRIVÒ UN MAGISTRATO “SAVIO”…

  • Ma non potrebbe tornare subito ? e magari sistemare il tribunale e farlo funzionare come si dovrebbe ?
    La mia prima esperienza da spettatore è stata molto inquietante al tribunale dove regnò anarchia è presa in giro del magistrato di turno quel giorno.

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