COMITATI AMBIENTE: SULMONA E PIOMBINO STESSA LOTTA PER IL CLIMA
Una folta rappresentanza di abruzzesi e in particolare dei Comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona ha partecipato sabato alla manifestazione nazionale che si è svolta a Piombino contro il rigassificatore e gli impianti fossili che il governo sta imponendo in tutto il Paese. All’iniziativa, promossa dalla rete No Rigassificatori e dalla campagna Per il Clima Fuori dal Fossile, hanno preso parte quattromila persone, molte delle quali provenienti da varie Regioni italiane. Un corteo molto determinato e colorato – composto da attivisti dei tanti comitati territoriali che da anni si battono per la difesa del clima e contro le fonti fossili, dei sindacati di base Usb e Cobas, di Legambiente, Greenpeace, Fridays for Future, delle tute blu della Gkn e del comitato vittime della stazione di Viareggio – ha percorso le vie di Piombino per poi confluire in piazza Bovio, dove si sono susseguiti al microfono numerosi interventi. Tutti hanno messo sotto accusa la politica energetica del governo Meloni che punta a riempire l’intera penisola di rigassificatori e metanodotti per fare dell’Italia un hub del gas a livello europeo. È stato rimarcato come una simile scelta è del tutto anacronistica e in aperto contrasto con l’obiettivo fissato dall’Accordo di Parigi per il raggiungimento della neutralità carbonica al 2050 e della riduzione delle emissioni climalteranti di almeno il 55% entro il 2030. Per i comitati di Sulmona ha preso la parola Mario Pizzola che ha evidenziato i danni per l’ambiente, il rischio sismico, nonché l’inutilità della centrale e del metanodotto Linea Adriatica della Snam da Sulmona a Minerbio. “Il governo dice che a Sulmona ci sarebbe una sorta di strozzatura della rete metanifera che impedisce al gas di arrivare al nord – ha detto Pizzola -, noi invece diciamo che la strozzatura è nei loro cervelli, perché a Sulmona non c’è nessun imbuto. Quella che raccontano agli italiani è una vergognosa bugia perché dall’Abruzzo possono arrivare a nord 43 miliardi di metri cubi di gas che, uniti a quelli che possono giungere dalla Norvegia e dai tre rigassificatori esistenti, soddisfano ampiamente le esigenze del nord, con un avanzo di 18 miliardi di metri cubi. Pertanto non c’è bisogno di realizzare né il rigassificatore di Piombino, né altri rigassificatori né la Linea Adriatica”. “Loro hanno deciso che ci sono dei territori da sacrificare – ha aggiunto Pizzola -, non per il bene del nostro Paese, ma esclusivamente per i profitti dell’Eni e della Snam; quello che stanno facendo è un vero e proprio stupro dei territori, in violazione della Costituzione e dei diritti sacrosanti delle popolazioni. Sono 15 anni che stiamo lottando contro quest’opera devastante, il cui costo di 2 miliardi e 400 milioni di euro, peserà per 40/50 anni sulle bollette anche delle future generazioni. Ma stia certo il governo, noi continueremo a lottare fino alla fine per impedire che venga portato a compimento questo scempio che è un crimine ambientale, economico e climatico”.
Senza una mobilitazione con barricate e proteste spontanee mirate nessuno ascolterà anzi andrà sempre peggio come potrete constatare presto con i presenti amministratori e politici.