VELENI NELLA POLFER DI SULMONA, NESSUN RISARCIMENTO PER L’EX COMANDANTE
Denunciata dai colleghi della Polfer, era finita sotto processo e poi assolta con rito abbreviato in sede di udienza preliminare, accusata di gravi episodi di assenteismo. Con l’assoluzione in tasca, l’ex comandante della sede di Sulmona della polizia ferroviaria Antonella Stringini, è passata al contrattacco chiedendo un risarcimento in sede civile di 200 mila euro ai sei colleghi che l’avevano denunciata. Nei giorni scorsi il giudice civile del Tribunale di Sulmona, Marta Sarnelli, ha rigettato la richiesta presentata dalla poliziotta. Con sentenza pronunciata lo scorso 7 marzo il giudice non solo ha rigettato la domanda dell’ex responsabile del posto di polizia ma l’ha condannata a pagare le spese di lite, fissate in 15 mila euro.
Gli altri poliziotti coinvolti e chiamati Marco Di Padova, Concettina Imperatore, Gino Ivan Marganelli, Sandro Fasciani, Luigi Capaldi e Alessio Imperatore, assistiti in giudizio dagli avvocati Mariagrazia Rua, Alessandro Margiotta e Vincenzo Margiotta.
I fatti risalgono al 2013 quando l’ex Comandante finì al centro di un’ inchiesta sollecitata dai suoi stessi colleghi di lavoro e portata avanti dall’allora dirigente Polfer di Ancona in quanto responsabile anche della sede di Sulmona. Nelle more del procedimento penale che si è chiuso con l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”, per motivi di opportunità e di incompatibilità ambientale, la donna era stata trasferita da Sulmona alla questura di Pescara. In conseguenza del trasferimento l’ex comandante della Polfer sarebbe stata costretta a chiedere un periodo di aspettativa, dal 2016 al 2018, per poter accudire gli anziani genitori. Tutte situazioni che le avrebbero precluso l’avanzamento di carriera, un danno esistenziale ma soprattutto un danno patrimoniale, stimato in 200 mila euro. Secondo il giudice Sarnelli, non sarebbe emerso alcun elemento nel corso dell’istruttoria dal quale possa affermarsi che i colleghi di lavoro abbiano effettuato le segnalazioni sui comportamenti illeciti dell’ex responsabile della Polfer di Sulmona nella consapevolezza della sua innocenza. Anzi, gli stessi, proprio in forza di quanto detto dal dirigente, avrebbero effettuato anche dei riscontri in ordine all’effettiva assenza almeno in un paio di occasioni. “la mancanza di prova del fatto illecito”, scrive il giudice nella sentenza, “rende inutile qualsiasi pronuncia in ordine all’accertamento sulla sussistenza dei danni”. Da qui il rigetto della domanda dell’ex Comandante e la condanna al pagamento delle spese di lite.