PRIMARIE PD, ELLY LA REGINA!
di Massimo di Paolo – Ha vinto Elly. Il Partito Democratico ha perso. Anche le primarie.
E si, questo è il significato crudo della fase congressuale ormai in chiusura. Una contrapposizione di risultati e di significati. C’è chi vince dentro e c’è chi vince fuori il partito
Una contrapposizione che si fonda su un immaginario collettivo diverso. Su una idea di sinistra diversa che contrappone, ideali e principi, a strutture stantie e logore che si sono evidenziate, e hanno caratterizzato, tutto il lungo percorso congressuale.
Ma non si creda che la nomenclatura sia fuori, che dietro il sorriso, in eccesso, di sua maestà Elly non appaia una sottile e forte trama di controllo e potere. Il tempo è galantuomo e ci farà scorgere ciò che, gli idealisti autentici, non avrebbero mai più pensato di scorgere.
Una vittoria per privilegi ed eredità. Niente sudore e lavoro. È il destino scontato delle cose moderne, al passo con i tempi. Nascita in Svizzera, madre e padre accademici, tre cittadinanze: italiana, svizzera, statunitense. Benestante aristocratica. Cultura di origine borghese. Lontana dai partiti, da sempre vicina ai movimenti e alle élite intellettuali. Lavoro poco, di nicchia, comodamente esapientemente scelto. Insomma strada spianata.
La spinta esterna nei gazebo, ma anche per i poco brillanti risultati dentro le sezioni, dovuta e avuta da quella intellettualità che hanno creato il potere delle idee, dei ragionamenti della sinistra. La cultura di sinistra che sempre più ha abbandonato gli orizzonti di origine. Movimento operaio, fabbriche, lavoro, scolarizzazione, gabbie salariali, contratti collettivi, orario di impiego, cicli produttivi, cambiamenti protetti, uguaglianze.
La intellighenzia, interna ed esterna al partito, ha colto l’obiettivoe ha vinto. Ha mosso una significativa massa di votanti attraverso l’affezione a parole e idee, piegando i fatti per far si che la ragione si rintracci in quelle idee e in quelle parole camuffate in diritti sociali e civili. Ragionamenti, pensiero critico, ruminazione.
Ha vinto il profilo smart, il parlare fluente imbastito da principi incontrovertibili, il senso rivoluzionario, il moderno, il fresco, il giovanile. Forse anche la speranza!
Poco successo nei circoli molto riconosciuta nei gazebo. Le dichiarazioni: molto adatte alle moderne campagne elettorali, dove la regina è maestra, concetti generali dove tutti si possono riconoscere, pochi approfondimenti, nulla di tecnico, qualche oculato grido di battaglia (pochi e sapientemente distribuiti),superfice, superfice brillante. Roba da cliché.
Potrebbe, la rappresentazione della comunicazione di Elly, essere la descrizione di ogni moderna e attuale campagna pubblicitaria. Molto simile, se non si ricorda male, ai gridi di battaglia delle “sardine” a Bologna.
Strategia e tattica: non fare e non farsi male.
Modalità: dichiarazioni da sinistra forte e marcata.
Per ora: “per migliorare la vita delle persone” e siamo d’accordo tutti, “per accompagnare la transizione ecologica” ok, “per ridurre le disuguaglianze” d’accordissimo, “per non lasciare indietro nessuno” super d’accordo !
Questo è allo stato dei fatti. Tutti felici. È come comprare, con gioia e soddisfazione, un prodotto dietetico senza lattosio ma con il 75% di grassi saturi. Molte buone intenzioni, la prima donna segretaria dell’ultimo vero partito italiano, diritti civili a iosa, senso di collettivo e di squadra, controllo e marginalizzazione dei big e della vecchia casta, insomma una strada lastricata di buone intenzioni. Come in ogni campagna elettorale. Il metodo? I contenuti? La storia? Le azioni per ricostruire? Per ora nella cassa del tesoro. Da trovare. Senza mappa, con venti forti di scissione e con il capitano uncino, Giorgia, alle calcagna.
Il Pd non esiste più; il Pd è rinato. Si vedrà. Certo è che Elly è l’unica che poteva creare un nuovo, nuovissimo rapporto con il paese. Ed il Partito Democratico ne aveva bisogno, era la linfa necessaria per sopravvivere. Occorre aspettare per capire se sarà in grado di nutrire, di infondere vita, aggregazione, riconoscimento. Soprattutto, se sarà in grado, di non disperdere lastoria condensata nella sigla del PD e di non far sentire “a disagio”quella corrente di moderati cattolici in attesa. Per ora.
C’è un rischio latente intercettato ed analizzato da molti cronisti. Il rischio che ad una situazione complessa dell’Italia e della politica si risponda rincorrendo solo le percentuali dei sondaggi non badando alla sostanza. Si percepisce il rischio di non essere in grado di creare una nuova politica di “centro-sinistra”, con un metodo e con posizioni utili e necessarie, per affrontare lecomplesse problematiche in atto. Ma anche in grado di dare risposte concrete e molari ai destini della gente comune.
Lunga vita alla regina, Dio salvi la regina!
Tutto perfetto se il tutto non fosse una sua personale visione e interpretazione.
Se lei ha identificato una sinistra che piange, la destra non è che se la passi meglio, e questo nonostante i voti e il consenso che gli si continua ad affiancare nei sondaggi… anche nei miserevoli risultati di “seguito politico” percentuali riscossi nelle elezioni regionali del Lazio e della Lombardia dove vi si è letta una vittoria imponente, ma questa è la mia opinione ovviamente, come la sua; ma è strano che non ne abbia fatto a tempo debito una sua personale analisi su queste pagine e dire che i dati sono altrettanto noti e ormai anche certificati. Ma come dice lei la destra lavora, e lo si vede dall’intensa attività parlamentare del chiacchiericcio inutile (un esempio per tutti il nuovo limite ai contanti e dell’utilizzo del bancomat) e dalla perfetta coerenza con il programma elettorale, come restando in Lombardia vi è uno storico uomo politico con pluri incarichi nel governo Meloni che LEGA perfettamente alla inoperosità della regina della sinistra da lei indicata. Ma anche qui nel nostro piccolo, abbondano esempi di politici “temporaneamente” scomparsi (da poco più di 1 anno e 4 mesi) dall’attività politica “attiva” senza conoscerne il perché (grande bugia la mia) per poi vederli riaffiorare, a liste aperte come candidato in partiti anche di diverso colore in prossime elezioni.
Dio ce ne liberi!
Sono scioccato…..e rassegnato alla fine dell’Italia…
Non ha scampo e di certo si metterà insieme ai 5stelle per provare ad arginare la destra.
Scenario da favola capisco ma è importante negare ai soliti ignoti un ritorno.
“la prima donna segretaria dell’ultimo vero partito italiano,”
Ma veramente si scrivono queste cose ?