TRIBUNALI: SILENZIO, SPARLANO I SENATORI
di Luigi Liberatore – Non ce l’ho con loro, pur chiedendomi se dovessi essere vittima di qualche retropensiero psicoanalitico. Vi dico di no. Non ce l’ho coi nostri senatori che sono tornati a inondare le cronache sul problema del mantenimento in vita dei piccoli tribunali abruzzesi; a vantarsi, cioè, per sé stessi e per le guarnigioni politiche di loro appartenenza: ce l’ho con loro perché sono sfacciati. Dal decreto Milleproroghe è uscito che i tribunali di Sulmona, Avezzano, Vasto e Lanciano resteranno in vita per un anno ancora. Ha iniziato la senatrice di Sulmona, Di Girolamo, annunciando l’esito come fosse la grande conquista ottenuta dai 5 Stelle, non senza sbeffeggiare nel suo comunicato i colleghi del centrodestra, Liris e Sigismondi, i quali avevano prospettato per i tribunali non solo la proroga triennale, ma un salvataggio definitivo. Liris e Sigismondi, che per quei tanti che ancora non lo sanno, sono senatori della repubblica italiana in forza a Fratelli d’Italia; esultano pure loro della proroga ottenuta di un anno, lasciando che in sordina si perdano le promesse della campagna elettorale. Sapete chi è arrivato a chiudere la porta? Il senatore del Pd, Fina, il quale ha detto che la proroga “è una buona notizia”, non mancando di sottolineare che l’emendamento approvato nel Milleproroghe è quello presentato dalla pentastellata Di Girolamo. Almeno è onesto nel riconoscere la paternità del risultato alla senatrice di Sulmona. Sono dieci anni e più che i quattro tribunali abruzzesi, definiti “piccoli” nella geografia giudiziaria italiana, sono stati dati per soppressi. Senonché, la celebrazione del funerale è stata rimandata di anno in anno, di governo in governo, e presumo che il rito definitivo debba celebrarsi proprio con la destra al governo: sia per espressa ammissione in occasione della inaugurazione dell’anno giudiziario, sia stando alle poche parole dette dal ministro di Giustizia, Nordio. Tutto ciò mentre i nostri senatori continuano a fregiarsi di medaglie di cartone e a prendere in giro, per questioni di bottega, non la gente comune che appare distratta su un problema davvero serio, ma gli stessi addetti ai lavori. Avvocati, credete davvero che i quattro tribunali saranno salvati? Io no. E intanto penso che Caligola avesse capito tutto nominando senatore il suo cavallo.
Santo Iddio ma è almeno 40 anni che reclamiamo disperatamente e senza tautologie la giusta riforma della giustizia. Questi non sono tribunali, ma soltanto mesti concertini di poverelli dove suonano in accordo con le forze di polizia. In effetti un solo organismo contrario all’ ordine pubblico che accusa variamente i cittadini di vari reati non perché gli eventi siano effettivamente accaduti nella necessaria gravità, ma soltanto come verosimile pretesto per celebrare demenzialei procedimenti giudiziari PERCHÉ POI LO STATO DA ROMA CE LI PAGA ,e tutti nel settore giustizia, giudici avvocati polizia etc. specialmente in queste zone depresse hanno bisogno di accattonare denaro perché tutti nel settore giustizia sono poveri e provengono da misere famiglie di poveri cristi che hanno adocchiato il posto statale come una opportunità di miglioramento senza lavorare. Quindi non stiamo parlando di tribunali ma della povertà perché in un futuro tribunale vero a L’Aquila i processi reali da celebrare saranno un quinto od un decimo di adesso, se ora in Italia sono il 300% in più di una superstatalista UE dove comunque in altre rigide nazioni adottano stesso metodo di adescamento di imputati per mantenere in piedi stesse enormi strutture parassitarie a carico della comunità sana ed operosa. l’Italia deve mostrare una giustizia con il volto sano ed equilibrato della Costituzione perché i tempi, ora anche di possibilità economiche, per costituire quelle decisive riforme di adeguamento alla Costituzione che sono state impossibili nell’immediato dopoguerra, ora sono arrivati.
È un’offesa per i cavalli !!!!!
Tutto deciso e giustamente cosi poiché i piccoli tribunali non sono in grado di distribuire giustizia uguale per tutti e non sono gestiti come dovrebbe essere.
Troppi inciucci e favoritismo.