STESSA TRAGICA FINE DI CARRITO PER IL LUPO INVESTITO SULLA STATALE 17
Ha avuto lo stesso tragico destino di Juan Carrito il lupo investito e ucciso, la notte scorsa, a Castel di Sangro, sempre lungo la statale 17. Nello stesso punto che ha segnato la fine dell’orso più amato d’Abruzzo. Il caso, che suscita nuovo clamore, è però utile ad una riflessione. Infatti cresce l’opinione di una tutela più certa e salda da assicurare alla fauna selvatica e nello stesso tempo agli automobilisti, che possono incappare, anche senza colpa, in questi incidenti, riportandone anche loro conseguenze gravi. Basterà pensare a quanti automobilisti, lungo certi tratti stradali di montagna, sono finiti in ospedale in gravi condizioni dopo aver urtato un cinghiale o un cervo. Ma da anni si ragiona, si discetta, si polemizza, si critica, intorno a questi argomenti e tra opposti estremismi non si arriva a capo di nulla e le soluzioni, utili sia alla difesa degli animali che a garantire l’incolumità di chi viaggia in auto, sono ancora lontane. Tutto questo non esentacerto gli automobilisti dall’essere comunque prudenti e più moderati nella velocità quando attraversano strade notoriamente percorse da fauna selvatica. Nè ambientalisti e animalisti debbono prendere solo le difese degli animali, senza proporre soluzioni adeguate anche alla salvaguardia delle persone.