COGESA, ECCO L’ELENCO DEI COMUNI MOROSI
Se il Cogesa si trova sull’orlo del baratro e senza la possibilità di far fronte in maniera adeguata alle esigenze e agli interventi che impone la drammatica situazione di liquidità che sta attraversando, la responsabilità è anche dei Comuni soci. Soprattutto di quelli che non rispettano i pagamenti. Venerdì pomeriggio, nell’illustrare lo stato dell’arte in cui versa il Cogesa, l’amministratore unico Franco GERARDINI ha detto chiaro e tondo che molte responsabilità sono da attribuire anche a quei Comuni che non pagano i servizi. E la lista è lunga tanto da costituire un fardello talmente pesante per la società che eccelle nei servizi svolti ma che è drammaticamente carente dal punto di vista gestionale e amministrativo. Secondo il progetto iniziale, Cogesa doveva diventare il gestore unico dei servizi nell’ambito comprensoriale. Invece molti dei Comuni, pur essendo soci hanno preferito affidare la raccolta differenziata e altri servizi a società esterne utilizzando però, la discarica di Noce Mattei per conferire i rifiuti. Con il risultato da portare un evidente danno economico alla loro stessa società. Un paradosso che Franco GERARDINI ha più volte sottolineato nel suo intervento. Così come ha sottolineato l’esigenza di un piano di rientro da sottoscrivere con tutti i Comuni morosi che non pagano i servizi.
SITUAZIONE CREDITI E DEBITI
Ad oggi, i crediti vantati dal Cogesa sono 8 milioni e 668 mila euro mentre i debiti superano di poco i 6 milioni di euro. Una situazione paradossalmente in attivo che però non consente al Cogesa di avere la liquidità di cassa per portare avanti una sana gestione amministrativa proprio a causa dei Comuni che non pagano. Alcuni solo poche spiccioli e altri cifre consistenti che sarà molto difficile per il Cogesa incassare.
Tra le posizioni più complicate ci sono quella dell’Asm e quindi del Comune dell’Aquila che deve al Cogesa 1.127.652 euro e quella dei Comuni di Sulmona con 914.424 euro e Castel di Sangro con 568.529 euro. Pesante è la situazione di Introdacqua con 216.569 euro, così come Scanno con 319 mila euro, Vittorito che deve quasi 300 mila euro e Scoppito che ha un debito di 463.713 euro. E per questi Comuni la situazione è ancora più drammatica rispetto a Sulmona e Castel di Sangro, perché i bilanci sono molto più contenuti e rischiano di fatto il dissesto economico. Tanti soldi deve dare al Cogesa, oltre 400 mila euro, anche la società Montagne Teramane Ambiente Spa, che opera nello stesso settore del Cogesa.
LE CONVENZIONI ATTIVE
Attualmente sono solo 29 i Comuni che hanno sottoscritto le convenzioni che coprono l’intero ciclo integrato dei rifiuti. Dieci Comuni non lo hanno ancora fatto e cinque Comuni hanno firmato solo il conferimento dei rifiuti nella discarica, tra questi PRATOLA Peligna che però paga per il conferimento 138 euro a tonnellata mentre L’Aquila ne paga 110. Diciannove convenzioni sono scadute e nessuno si preoccupa di rinnovarle mentre ci sono 3 Comuni soci che, addirittura, non hanno affidato alcun servizio al Cogesa o hanno cessato i servizi.
Ecco perché la coop deve fallire e una nuova soluzione deve essere messa in azione, il tutto moderno ed efficiente con pochi soci ma attivi.
Non succederà poiché ci sono i soliti ignoti di cui nessuno fa i nomi che sono pronti ad arraffare il tutto e continuare a scempiare ed accomodare la mafia politica e di gestione.
Tutti sanno e nessuno dice perché hanno paura di farli arrabbiare e rovinarsi la carriera politica o amministrativa.
Messina Denaro aveva un prestanome ma questi stupidi lo fanno impunemente e anzi sono tutelati e rispettati.