LA CITTA’ RISCOPRE CARLO TRESCA, UN EROE SCOMODO
La città riscopre una sua personalità di rilievo internazionale, Carlo Tresca, ad ottant’anni dall’assassinio, che resta ancor oggi avvolto da zone d’ombra, soprattutto sui suoi mandanti. E la città stasera ha accolto con entusiasmo, come dichiarato dal sindaco Gianfranco Di Piero, il momento della proiezione nella sala del cinema Pacifico del documentario, “L’uomo più buono del mondo”, presentato in anteprima dagli autori Angelo Figorilli, giornalista Rai e Francesco Paolucci. Nel documentario vengono ricostruite la figura e le lotte sostenute al fianco dei più deboli dal sulmonese Tresca, attraverso le testimonianze di Maurizio Maggiani, Giuseppe Evangelista, Concettina Falcone, Edoardo Puglielli, Italia Gualtieri e Mario Pizzola. Un documentario che suscita commozione e riflessione su una figura descritta come limpida, coerente, cristallina, di indiscussa castità morale, di giornalista e di sindacalista, fondatore del sindacato dei ferrovieri e promotore della più grande manifestazione sindacale del ventesimo secolo, quella dei lavoratori del settore tessile a Paterson, negli Stati Uniti, durante la quale restò ucciso un operaio emigrato, l’italiano Valentino Modestino. Più volte Tresca, uomo di grande coraggio, che spesso sfidò i potenti a sostegno delle rivendicazioni dei lavoratori e dei ceti più deboli, finì in carcere. Ma tornato libero continuò la sua lotta, mai indietreggiando, mai temendo minacce e ritorsioni. Una personalità che la città solo in questi ultimi anni, soprattutto per l’impegno del Centro studi e ricerche Tresca, sta riscoprendo. Dopo la proiezione del documentario a rendere ancora attuale e vivo il messaggio di Tresca la giornalista Rai Lucia Goracci. Soltanto nel 1979, in occasione del centenario della nascita, venne organizzata una piccola manifestazione di commemorazione, con la deposizione di un omaggio floreale ai piedi del busto, nell’ingresso della villa comunale. Poi per Tresca, personaggio scomodo, prevalse spesso l’indifferenza, anche perchè distante dai partiti storici, soprattutto da democrazia cristiana e partito comunista, per essere stato un anticlericale, un antifascista ma anche un anticomunista, come sottolineato da Pizzola. In una sala affollata, come quella di oggi pomeriggio al Pacifico, per la figura e l’opera di un grande sulmonese cominciano a godere di meritata luce, dopo decenni di una ingiusta damnatio memoriae.
Bisognerebbe prendere almeno qualche spunto e applicarlo alla situazione Cogesa e centrale SNAM !!!!!
Forza Gianfranco di Piero troviamo una via !!!!!!