PALLONCINI E LACRIME PER L’ULTIMO VIAGGIO DI LIBERATO (Video)
Palloncini bianchi e celesti a forma di croce circondati da altri palloncini dello stesso colore che si sono alzati verso il cielo tra gli applausi dei presenti. È stato l’atto finale di un pomeriggio pieno di lacrime e commozione iniziato alle 15,00 in punto, con l’arrivo della bara bianca davanti alla chiesa di San Giovanni da Capestrano, la chiesa che accoglie i fedeli residenti nella popolosa frazione di Cantone, dove abitava Liberato Passoforte, deceduto lunedì scorso nell’ospedale di Sulmona, a soli 17 anni, per gli effetti devastanti di una sospetta meningite. Tante le persone presenti nel piazzale della chiesa, tra loro molti giovani con gli occhi gonfi di pianto, per la perdita di un amico con cui hanno condiviso l’adolescenza e i piccoli segreti di un’età spensierata e pura come la bara bianca e il cuscino di rose che avvolgevano Liberato, le stesse che adornavano l’altare rendendo la chiesa di un candore unico e surreale. Dietro la bara il dolore di papà Alberto e mamma Silvia con il cuore devastato da una tragedia troppo grande da poter capire. Nella sua omelia con la chiesa stracolma di persone, il parroco Don Lorenzo Conti ha ricordato la figura di Libero ”In questo momento di tristezza le nostre parole servono a poco.
Eppure il Signore ci dà la possibilità di poter vedere un’ancora di speranza anche dopo un’esperienza come questa che ci dice che non siamo fatti per la morte ma per vivere nel desiderio dell’eternità. E più si è giovani e più il desiderio è talmente forte da non riuscire a trattenerlo. E così è stato per Libero che ha sempre desiderato di vivere il meglio che si può avere. Ma da soli, questa è l’amara constatazione da fare, siamo incapaci di custodire questo dono meraviglioso. Non ce la possiamo fare da soli”, ha detto il parroco dal pulpito. “E la morte sembra strapparcelo via senza nemmeno chiedere il permesso.Tutti sappiamo che Libero ha dovuto affrontare tante difficoltà ma lo ha fatto sempre con il sorriso, sempre con la forza che gli veniva dal suo cuore e dalla sua voglia di vivere. Ora si è realizzata la promessa del nome stesso che lui portava. Ora Libero è libero dalla paura, è libero dal dolore ed è libero anche dalla morte in virtù della salvezza di Nostro Signore. È stato liberato da ogni vincolo di fragilità umana e continua a vivere nell’amore di Cristo”. “Questi eventi così tristi”, ha concluso Don Lorenzo, “ci insegnano che ci sono cose che non finiscono mai come l’amore, ora custodito attraverso l’amore di mamma Silvia e papà Alberto, l’amore che supera anche il confine della morte e ci introduce nella vita vera, quella della libertà”. Dopo il rito funebre l’abbraccio e il cordoglio dei presenti, prima che la bara bianca partisse verso l’ultimo viaggio.