LADRI IN CHIRURGIA, RUBANO VESTITI E L’AUTO DI UN’INFERMIERA IN SERVIZIO
Furto con scasso nel reparto di chirurgia dell’ospedale di Popoli. Approfittando della totale assenza di controlli, i ladri sono entrati negli spogliatoi del personale e dopo aver forzato gli armadietti con l’aiuto di un cacciavite, hanno portato via gli indumenti delle due infermiere in servizio e le chiavi della macchina di una di loro. Automobile che era parcheggiata sotto l’ospedale è che i ladri hanno utilizzato per andare via. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che hanno provveduto a scattare foto e raccogliere tutti gli indizi lasciati per strada dai ladri e le testimonianze del personale in servizio. Di sicuro si tratta di un furto anomalo che sa tanto di ritorsione nei confronti di chi lavora in ospedale, favorito dalla mancanza assoluta di un servizio di vigilanza: tutti possono entrare nel reparto di chirurgia a qualsiasi ora del giorno e della notte mettendo a repentaglio la sicurezza anche fisica del personale. Due le piste attualmente battute dagli investigatori: l’azione di un balordo che ha racimolato le poche cose che ha trovato negli armadietti prima di fuggire via, e un preciso atto di ritorsione messo in atto da alcuni parenti di uno dei pazienti ricoverati ai quali, il personale in servizio, avrebbe negato l’ingresso nel reparto durante l’orario vietato. A detta degli investigatori questa seconda ipotesi sarebbe la più probabile, anche perché solo chi ne era al corrente poteva sapere quale fosse l’auto di una delle infermiere in servizio, auto che poi è stata rubata. Una vettura di poco valore che è stata portata via esclusivamente per creare problemi alla proprietaria e non per trarne un vantaggio economico. Resta il fatto che il personale medico e paramedico è costretto a lavorare in balia del vento, un reparto dove tutti possono accedere liberamente. Un luogo dove si curano le persone e dove la sicurezza, la tranquillità e la riservatezza dovrebbero essere gli elementi prioritari da assicurare ai pazienti. Dalla direzione sanitaria hanno assicurato immediati interventi sotto l’aspetto della sicurezza. Anche se al momento cosa fare e quanto farlo è tutto da scoprire.
Non metto in dubbio la necessità delle regole, ancor meno la sua professionalità, ma di quegli operatori sanitari che credono di essere Dio in terra, ne vogliamo parlare? Di quei poveri esseri, insoddisfatti delle proprie vite, che usano questa miserevole forma di potere che all’improvviso gli è stata data per sentirsi gli sceriffi di Nottingham, ne vogliamo discutere? Della rabbia che fanno venire ai poveri cristi che arrivano lì già carichi di preoccupazione per i loro cari, che si trovano davanti questi pomposi pampini che l’unica cosa che gli faresti e prenderli, non a schiaffi che non li meritano due schiaffi, a calci in culo direttamente, ne vogliamo parlare? È Il professionista in quel momento a dover mantenere la calma, invece certi fomentano proprio. E mi sto trattenendo.
La rabbia è tanta perché dobbiamo far rispettare le regole anticovid che ci vengono imposte, regole che le persone dovrebbero rispettare senza indugio perché sono per la salvaguardia della loro stessa sicurezza, della sicurezza del personale ma soprattutto per la salvaguardia della salute dei pazienti loro familiari che si trovano in una situazione di criticità. Invece ogni giorno dobbiamo fare una lotta con chi vuole entrare a tutti i costi e per questo ce ne dicono di tutti i colori: che siamo senza cuore, che ci possano capitare le peggio disgrazie e mi fermo qui per educazione. Questo però è troppo