PALAZZINA INAGIBILE A PRATOLA, LA REPLICA DEL FRATELLO DELLA PROPRIETARIA
In merito alla vicenda dell’appartamento di Piazza Primo Maggio a Pratola, sottoposto a lavori di ristrutturazione non autorizzati dal Comune e al successivo contenzioso giudiziario che ne è scaturito con la proprietaria Anna Di Cioccio condannata a risarcire il fratello di 32 mila euro per i lavori dichiarati abusivi e pericolosi dallo stesso Comune e quindi da demolire, riceviamo e pubblichiamo la replica del fratello della proprietaria Domenico Di Cioccio.
Io sottoscritto Di Cioccio Domenico in relazione all’articolo pubblicato su Rete Abruzzo in data 9.12.2022 e ai servizi mandati in onda sui tg regionali e nazionali precisa quanto segue. Le dichiarazioni rese da Di Cioccio Anna non corrispondono a verità e sono diffamatorie nei miei confronti. La signora ritiene di avermi autorizzato a vivere nell’appartamento sito in Pratola Peligna Piazza I Maggio nel 2007, detta circostanza non è vera in quanto, fu mio padre Antonio, prima della sua morte avvenuta nel 2006, ad autorizzare il sottoscritto ad utilizzare l’immobile e mi consegnò le chiavi, dette circostanze hanno formato oggetto di prova nel giudizio Rgac n.813/2017 definito con sentenza del Tribunale di Sulmona. Quando entrai nel 2016 nel possesso dell’immobile era fatiscente ed in pessime condizioni di manutenzione, pertanto si rese necessaria una ristrutturazione ordinaria e straordinaria per poterlo utilizzare. Tra il 2007 ed il 2009 eseguivo i lavori, presentando al Comune le relative richieste autorizzative, spendendo circa € 70.000,00 per rendere l’immobile abitabile e ci andavo a vivere unitamente alla mia famiglia.
Di Cioccio Anna a distanza di alcuni anni ed in particolare nel 2012 mi informava dell’esistenza del testamento di nostro padre con il quale era stata nominata erede dei suoi beni, circostanza che mi aveva sottaciuto per ben 6 anni. Solamente a distanza di anni dall’ultimazione dei lavori e dopo avermi fatto spendere circa € 70.000,00 precisamente nel 2012, Di Cioccio Anna iniziava a denunciare al Comune di Pratola Peligna presunti abusi edilizi sull’immobile, volendone rientrare nel possesso. Perciò agivo giudizialmente al fine di accertare l’autenticità del testamento e in data 28.11.2017 in esecuzione di sentenza del Tribunale di Sulmona rilasciavo spontaneamente l’immobile poiché, seppur con alto grado di probabilità, veniva riconosciuta l’autenticità del testamento olografo. Nel servizio televisivo si riferisce che l’immobile era stato rilasciato nell’anno 2014 dopo l’intervento della Guardia di Finanza ma detta circostanza non corrisponde al vero in quanto è stato da me rilasciato spontaneamente nel 2017. Con sentenza del Tribunale di Sulmona Anna Di Cioccio veniva condannata a restituirmi al fratello Domenico le somme spese per i lavori pari a circa € 32.000,00. Sulla circostanza dichiarata dalla Di Cioccio Anna che avrei commesso illeciti, reati e abusi preciso che, come risulta dalla perizia del Ctu resa nel giudizio Rgac n. 813/2017, tutti i lavori eseguiti sono oggetto di autorizzazione in sanatoria come anche confermato nella nota prot 99986 del 27.10.2014 dell’Area Tecnica del Comune di Pratola Peligna. Dunque il servizio contiene accuse diffamatorie. Preciso inoltre che le denunce penali della signora Di Ciccio Anna per abusi edilizi sono state oggetto di archiviazione da parte del Tribunale di Sulmona.
Le opere ordinarie e straordinarie che ho fatto eseguire dalle ditte incaricate hanno manutenuto il bene e questo ha permesso che il bene stesso conservasse le principali e sostanziali caratteristiche di abitazione civile e non scivolasse verso la china della collabenza, cui sarebbe stato destinato in assenza degli interventi manutentivi da me posti in essere. E‘ dovero sottolineare che le difformità rilevate all’interno dell’unità immobiliare così come accertate dal Ctu nell’ambito del giudizio Rgac n. 813/2017, rientrano tra le “difformità edilizie sanabili“, dunque non vi è alcuna difformità in contrasto con gli strumenti urbanistici vigenti poichè si tratta di lavori che possono essere regolarizzati previo pagamento di sanzione dopo ottenimento di permesso a costruire in sanatoria ed è certo che tale titolo abilitativo sarà rilasciato dal Comune perché è atto dovuto e non discrezionale. Per questi motivi poiché nell’articolo e servizi televisivi pubblicati la realtà è stata falsamente rappresentata, in quanto innanzitutto non sussiste interesse pubblico alla conoscenza del fatto che non ha alcuna rilevanza pubblica, poi le modalità espositive sono diffamatorie infatti si parla oltre che di consumazione di illeciti anche di minacce di morte, si chiede che vengano pubblicate, con gli stessi mezzi con cui è stato pubblicato l’articolo in questione, le precisazioni sopra riportate a difesa della mia reputazione e che venga rimosso l’articolo su giornali, siti internet e ne venga data notizia sui telegiornali regionale e nazionale. Con la speranza che la signora Di Cioccio Anna la smetta di mettere in piazza questioni di famiglia che sono private e tali devono rimanere visto che è la terza volta che usa questi mezzi.