A SULMONA CARCERE “MANICOMIO”, NARDELLA: RIAPRIRE GLI OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI
“Negli ultimi tempi gli istituti di pena abruzzesi in generale e quello di Sulmona in particolare più che di strutture adibite alla custodia di normali detenuti sembrano divenute sempre più succursali di manicomi seppur gli stessi da decenni siano stati dismessi. Capita, quindi, che detenuti affetti da disfunzioni mentali di particolare gravità siano inviati e con sempre maggiore quanto allarmante frequenza presso il reclusorio peligno e per il solo fatto di avere al suo interno un solo psichiatra convenzionato (a poche ore la settimana) e un presidio ospedaliero capace di gestirne le caratteristiche”. E’ quanto afferma il segretario generale territoriale Uil Pa Polizia Penitenziaria, Mauro Nardella. “A Sulmona, come in molte altre realtà penitenziarie, il personale non sa più cosa fare e come fare per ovviare alla mancanza di idonei supporti psichiatrici. Alla Uil Pa Polizia Penitenziaria aquilana da me rappresentata verrebbe quasi la voglia di chiedere paradossalmente la riapertura degli ospedali psichiatrici giudiziari (OPG) qualora non si facesse, e con la stessa velocità che ha portato a chiudere gli OPG, la scelta di potenziare le REMS (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) e tirare definitivamente fuori gli insani di mente dalle patrie galere”. “A dir la verità in ambito penitenziario strutture che hanno avuto nel passato la peculiarità di ospitare persone psicopatologiche ve ne erano ed erano identificate negli ospedali psichiatrici giudiziari. Realtà che a parte le condizioni logistiche in alcuni casi (come quello di Barcellona Pozzo di Gotto) da terzo mondo presentavano comunque un’organizzazione tale da farli rimpiangere oggi e non poco. Quell’organizzazione e quel supporto che nei carceri di oggi possiamo tranquillamente definirli effimeri, per non dire inesistenti e con tutte le conseguenze che ne derivano ivi comprese le accresciute aggressioni nei confronti del personale operante nelle carceri. Quella partorita dallo Stato, attraverso l’operato della Commissione Marino (con la quale nel 2013 si era deciso con troppa fretta e addirittura utilizzando gli istituti dei decreti legge di privarsi di strutture con personale idoneamente formato e numericamente molto bene impostate, sostituendole con Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza le cosiddette REMS che da subito sono apparse insufficienti dal punto di vista numerico) è stata una scelta a dir poco inefficace. Come dire: si stava molto meglio quando si stava peggio. La politica utilizzata è quella che ricorda una pubblicità del carosello allorquando si faceva riferimento a Cimabue che faceva una cosa buona ma ne sbagliava due. Insomma se non è stato un fallimento l’aver chiuso gli OPG senza prevedere una valida alternativa come potrebbe essere definita altrimenti?”, conclude Nardella.
Bisognerebbe mettere a giudizio chi ha manovrato l’allora politica del carosello che ha rovinato e probabilmente sta’ ancora compromettendo l’Italia non solo nel campo delle carceri e REMS MA SOPRATTUTTO DELL’AMBIENTE.
Non scordiamoci quali sono le vere priorità mentre ci sono così tante crisi sociali ora che le cose stanno andando meglio di quando si stava peggio.