RIMASE CHIUSA NELLA STANZA DELL’OSPEDALE, CHIESTO IL PROCESSO PER INFERMIERE DI INTRODACQUA
Secondo l’accusa avrebbe abbandonato la sorveglianza di una paziente ricoverata nel reparto di rianimazione dell’ospedale covid dell’Aquila. Paziente che sarebbe deceduta dopo essere rimasta chiusa nella sua stanza per 15 minuti con la porta bloccata. Per l’avvocato Alessandro Scelli, che difende l’infermiere, il suo assistito sarebbe totalmente estraneo alle accuse in quanto non poteva prevedere che la porta si sarebbe bloccata proprio quando stava sollecitando un intervento di soccorso nei confronti della paziente. Sarà il giudice per le udienze preliminari del tribunale dell’Aquila a stabilire se ci sia stata responsabilità da parte dell’infermiere. Si è chiusa infatti con la richiesta di rinvio a giudizio la parte preliminare dell’inchiesta che vede sotto accusa Pietro Ciammicco, infermiere professionale di 44 anni, originario di Introdacqua. Dopo aver letto le memorie difensive depositate dall’avvocato Alessandro Scelli, la procura dell’Aquila ha deciso di chiedere il rinvio a giudizio per omicidio colposo l’infermiere di Introdacqua nonostante sia apparsa evidente l’inidoneità ad ospitare pazienti in gravissime condizioni, del reparto attrezzato dalla Regione, il cosiddetto G8, durante la fase più acuta del COVID.
Una vicenda giudiziaria che ha dell’incredibile quella che vede coinvolto Ciammicco, da tutti considerato un infermiere modello, ma non per la procura aquilana. La storia risale all’ottobre del 2020 quando una paziente di 65 anni fu ricoverata nell’allora reparto covid dell’Aquila. All’inizio le sue condizioni erano critiche, poi sono andate via via migliorando fino al 3 novembre quando il suo respiro diventò più difficoltoso tanto da indurre l’infermiere a lasciare la paziente per andare ad avvisare il medico chiudendo la porta della stanza rimasta bloccata. La serratura fu sbloccata grazie all’intervento di un operaio durato circa un quarto d’ora. Ma quando i medici sono entrati nella stanza, la donna era già morta. Dopo la denuncia dei familiari è stata aperta un’inchiesta e tutte le responsabilità sono cadute sull’infermiere che secondo la procura non doveva lasciare la paziente da sola che in quel momento era ricoverata in terapia intensiva. Ora spetterà al gup del tribunale dell’Aquila prima fissare l’udienza preliminare e poi stabilire se la vicenda giudiziaria dovrà essere chiarita in tribunale.