PRELEVANO SOLDI DAL CONTO DELLA ZIA, TRE SULMONESI SOTTO PROCESSO PER CIRCONVENZIONE DI INCAPACE
Approfittando del disagio psichiatrico di una parente, l’avrebbero indotta a richiedere un bancomat per poi utilizzarlo a loro piacimento fino a prelevare in poco più di cinque mesi, la somma di 31 mila euro in contanti. Ieri, per tre sulmonesi è iniziato il processo che li vede imputati di circonvenzione d’incapace. I fatti risalgono al 2015, quando la donna che era in cura presso il Centro di salute mentale, sarebbe stata convinta dal nipote M.A. che ha 27 anni ed è di Sulmona, ad richiedere un bancomat ad un istituto di credito locale. Secondo la procura di Sulmona, il giovane non avrebbe agito da solo ma in accordo con cognata L.N. di 46 anni e al marito di quest’ultima P.B. di 58 anni. Tutti e tre finiti davanti al giudice perché secondo l’accusa, approfittando della condizione di minoranza psichica della donna, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, l’avrebbero indotta a richiedere una carta bancomat ed affidarla a loro stessi che effettuavano, sul suo conto corrente accesso presso un istituto di credito, prelievi pari a 31 mila euro. Ad accorgersi dell’ammanco e dei continui prelievi sul conto corrente della donna, il suo amministratore di sostegno, il quale accertata la situazione, ha deciso di rivolgersi alla magistratura anche perché la sua assistita, non era capace di effettuare prelievi allo sportello elettronico. Dai controlli è emerso che i prelievi e pagamenti addebitati poi sul conto della donna, venivano fatti anche fuori città. Davanti al giudice i tre si sono difesi sostenendo che la donna, prima della morte della madre, avrebbe lasciato un testamento a loro favore sottoscritto davanti ad un notaio e quindi capace di intendere e di volere. Di parere contrario la pubblica accusa secondo cui i tre conoscevano bene i problemi di salute della donna. L’udienza è stata quindi rinviata al 1 dicembre per l’epilogo del processo.