DISABILI E DISCRIMINAZIONI

Ho da poco compiuto trent’anni e non è la prima volta che mi propongo per mettere l’accento su problematiche di chi vive con un handicap motorio riconosciuto al 100%. Da sempre lotto per la mia autonomia: nella scuola, nella società e nello sport in modo particolare insieme a mia madre con caparbietà e determinazione ogni giorno in ogni ambito e continuiamo a perseguire la mia indipendenza, ed è una continua battaglia perché ancora oggi nel 2022 non si riesce a  dall’aver bisogno di un aiuto al puro assistenzialismo fine a se stesso. Vivo in carrozzina dalla nascita ma ciò non significa che io non possa “vivere”. Sono cresciuto con la consapevolezza dei miei limiti ma anche convinto delle mie potenzialità. Come tutti ambivo ed ambisco ad una vita sociale pena con attività sport vacanze amici ecc. E sono riuscito ad ottenere tante cose :  mi sono diplomato regolarmente presso l’istituto Vico di Sulmona sono riuscito a fare qualche viaggio con i miei amici di sempre e cosa più importante per me oh ho ottenuto il brevetto da maestro di sci “honoris causa” ho perseguito così il sogno di mio padre anche lui maestro di sci che ho perso ormai quasi sei anni fa. Ora detto questo qual è il problema? Il problema è che ormai a trent’anni tutte le attività che spero di continuare a vivere vorrei poterle fare, chiaramente con un supporto, di cui ho bisogno per alcune cose  ma che non sia mia mamma altrimenti non potrei definirla autonomia ed indipendenza.  Anche perché in casa io e mia mamma ancora ce la caviamo ma la vita fuori come tutti vorrei farla da “solo”  i sacrifici economici sono stati e sono tanti: io come soggetto inps a differenza del soggetto inail non ho diritto ad ausili sportivi o particolari per l’autonomia, quindi quello che ho a disposizione è tutto frutto dei nostri sacrifici e rinunce. Voglio sottolineare che abbiamo fatto richiesta agli enti locali avendo letto dei vari stanziamenti erogati dallo Stato con la recente legge di bilancio del 2022 ma non abbiamo avuto risposte. Inoltre per quanto riguarda le cooperative loro non prevedono un supporto alla persona che non sia strettamente assistenziale. Non è contemplato che il supporto richiesto non sia infermieristico ma di un accompagnatore che stia con me o con persone come me, non sono il solo, per accompagnarmi nelle attività sportive ludiche, di compagnia e chi mi aiuti negli spostamenti essenziali. Questa la vivo come una discriminazione ulteriore.

Jacopo Petrocco