IL CLERICALE DI PIERO E LA BOLSCEVICA NANNARONE
di Luigi Liberatore – E in mezzo c’è il problema della movida violenta di Sulmona. Abbiamo voluto scomodare due idee, due scuole di pensiero e riferirle a loro; al sindaco, Gianfranco Di Piero, e al consigliere comunale, Teresa Nannarone, che si battono contro la movida violenta, offrendo però due ricette diverse che vorrebbero ottenere lo stesso risultato, ma che sono poi, politicamente, pericolose. Il cammino che ha intrapreso il sindaco lo conosciamo, il quale in fondo riflette l’animo del primo cittadino, incline al dialogo (e al silenzio), al confronto pacato e anche alle decisioni sfumate, per cui vede muoversi attorno a questi recinti la battaglia per arginare gli aspetti violenti della movida sulmonese. E su più tavoli, con alcuni assessori, coinvolgendo baristi e commercianti, tesse la sua tela, avendo raggiunto un compromesso almeno su uno dei più controversi aspetti del problema: all’una e trenta, come termine orario per dare musica all’aperto. Pur appartenendo alla stessa maggioranza di governo, la consigliera Teresa Nannarone si è dichiarata apertamente contraria a siffatta conclusione, dicendo che di musica all’aperto proprio non se ne parla, e che pure all’interno dei locali deve essere interrotta prima. Ha parlato di rispetto per il riposo della gente, della quiete notturna, e che comunque bisogna coinvolgere nella decisione anche gli albergatori. Nessuno è rimasto sorpreso, ed anche deluso, delle affermazioni del consigliere di sinistra. Io per niente; conoscendo l’estrazione politica della Nannarone, e soprattutto la sua intransigenza, un misto di lealtà e di onestà intellettuale, sapevo che avrebbe preso le distanze dai suoi colleghi di governo, se non proprio per sconfessare il loro operato. Non ha tutti i torti. Di fronte agli aspetti violenti dei fine settimana nel centro storico di Sulmona, non ci sono ricette di compromesso; tuttavia Teresa Nannarone non può dare valore di dogma alle sue soluzioni rigorose. Lei fa parte di una coalizione, sicchè deve fare a meno di sparate pubbliche in contrasto con gli alleati, altrimenti salta il banco. In questo caso, almeno per chi osserva lo scorrere degli eventi, è meglio il clericalismo del sindaco Di Piero che il bolscevismo della Nannarone, soprattutto perché il problema della movida è fatto di tante sfaccettature e non può essere affrontato con le “katiusce”. Poi, c’è l’esigenza di tenere in piedi l’amministrazione, e a destra non aspettano altro.
Perfetta analisi… Una sinistra che tira acqua al mulino della destra…