30 PERSONE INTOSSICATE A GUBBIO, C’È ANCHE UN PO’ DI VALLE PELIGNA NELLA STORIA CHE STA FACENDO IMPAZZIRE IL WEB
C’è anche un po’ di Valle Peligna nella storia che ha fatto impazzire il web in questi giorni con una trentina di persone intossicate dopo una cena di pesce a Gubbio. La presidenza dell’associazione che ha organizzato la conviviale, appartiene alla famiglia Colaiacovo, gli imprenditori del cemento originari di Bagnaturo, la frazione divisa a metà tra Pratola Peligna e Sulmona. Loro fanno parte della metà amministrata dal sindaco Antonella di Nino. Imprenditori benefattori che negli ultimi anni, hanno finanziato molte iniziative, mettendo denaro nella realizzazione del tetto e della sacrestia della chiesa parrocchiale di Bagnaturo e del nuovo asilo nido di PRATOLA Peligna e tante altre cose ancora.
Cosa è successo?
Il pranzo incriminato risalirebbe al 2 ottobre scorso. Alcuni audio, diventati virali sui social, descrivono l’accaduto in maniera colorita. «Scene apocalittiche», si sente nella registrazione. Una società di pesca sportiva si è riunita in un ristorante del centro a Gubbio per mangiare i tonni pescati (e sfliettati altrove), ma qualcosa è andato storto.
Nonostante molti dei dettagli siano frutto di goliardia e immaginazione, l’intossicazione c’è effettivamente stata. Il pranzo era stato organizzato dall’associazione di pescatori Ikuvium Big Game Fishing per sostenere il tesseramento annuale. Domenica 2 ottobre un centinaio di persone si sono sedute ai tavoli di un ristorante di Gubbio, nel centro storico. Parte del cibo era stata portata da alcuni iscritti della stessa associazione: pesce pescato nel mare Adriatico. Una parte di questo pesce è stata cucinata nelle cucine dello stesso ristorante dove si è tenuto il pranzo, mentre la parte di crudité era stata invece trattata in un altro ristorante di Gubbio.
Durante il pomeriggio alcune persone, una ventina, hanno iniziato ad accusare malori riconducibili a un’intossicazione alimentare. Negli audio si parla di attacchi di dissenteria incontrollabili e svenimenti, commensali con forti spasmi a causa del dolore, altri stesi a terra fuori dal locale o in cerca di un posto dove vomitare, e nei titoli è stato spesso citato un passaggio che parla di «scene apocalittiche»: in realtà questi dettagli sono stati inventati. I malori ci sono stati, ma non sono stati eccezionali. Molte persone sono semplicemente tornate a casa e i problemi si sono risolti nel giro di poche ore.