ACERBO: ECCO PERCHE’ MANIFESTO PER SMILITARIZZAZIONE DEPOSITO S.COSIMO
“Oggi, sabato 17 settembre, parteciperò al sit in per la smilitarizzazione della base di Monte San Cosimo (AQ) e la sua riconversione per la protezione civile.
Avevo risollevato la questione proprio all’inizio della guerra in Ucraina diffondendo un video sul via vai di mezzi militari.
Il rischio di guerra nucleare è tornato a essere all’ordine del giorno.
Il ceto politico di centro destra e finta sinistra che va da Letta a Meloni passando per Conte, Salvini, Berlusconi, Calenda e Renzi ci ha trascinato di fatto in una guerra tra superpotenze.Per tirarci fuori da questo confronto che rischia di sfociare in una escalation nucleare e che sta già colpendo classi lavoratrici e imprese con le sue conseguenze economiche Unione Popolare ha messo a punto un’agenda pacifista che punta alla distensione, al disarmo e alla cooperazione coerente con il ripudio della guerra sancito dall’articolo 11”. A dichiararlo è Maurizio Acerbo dell’Unione Popolare. “Oggi saremo in presidio anche all’esterno delle basi di Ghedi (BS) e Aviano (PN) per esigere la firma immediata da parte dell’Italia del trattato ONU per la messa al bando delle armi nucleari TPAN, la restituzione agli Stati Uniti delle decine e decine di bombe atomiche custodite nelle due basi, lo stop immediato dell’addestramento dei nostri piloti al bombardamento nucleare e l’uscita definitiva dal programma di condivisione nucleare della NATO.Il protagonismo atomico del nostro Paese, tanto più nella situazione attuale, è una seria minaccia alla nostra sicurezza perché ci trasforma nostro malgrado in obiettivi strategici per nemici che non sono i nostri. L’Italia non ha nemici e non ne ha bisogno. Il nostro Paese può e deve togliersi il guinzaglio che lega la sua politica estera ai guerrafondai statunitensi ed europei per diventare protagonista di politiche di distensione, disarmo e cooperazione. Per questo ci opponiamo all’invio di armi in Ucraina, alle sanzioni alla Russia e allo spropositato aumento delle spese militari.
Le enormi risorse che vengono sprecate per la guerra vanno destinate alla sanità, alle persone con disabilità, all’istruzione, alle politiche sociali e per il lavoro, alla messa in sicurezza del territorio. La tragedia delle Marche ci ammonisce alla necessità di investire le risorse per fini sociali e ecologici non per arricchire l’industria della guerra” conclude.