PALPEGGIAMENTI NEL CAF, IL 18ENNE CONFERMA TUTTO DAVANTI AL GIUDICE

Si fa più delicata la posizione del sindacalista 50enne accusato di violenza sessuale nei confronti di un 18enne della zona. Ieri, nel tribunale di Sulmona si è tenuto l’incidente probatorio chiesto e ottenuto dalla procura di Sulmona, e davanti al Gip, il giovane ha confermato tutte le accuse rivelando tutti i particolari dei presunti palpeggiamenti subiti dall’uomo. Una testimonianza che la procura ha voluto mettere “sotto chiave”, in vista del probabile processo che si terrà nei prossimi mesi. L’episodio risale allo scorso 30 luglio quando nell’ufficio del Caf sono dovuti intervenire  i carabinieri per sedare la lite in atto tra un sindacalista e i parenti del giovane. Era il secondo atto di una vicenda che era iniziata qualche ora prima quando il 18enne si sarebbe recato negli uffici del sindacato, per sbrigare alcune pratiche relative alla disoccupazione.

Sede del caf della Cgil di Sulmona

Mentre era in corso il colloquio il giovane ha raccontato di essere stato avvicinato dall’uomo in quel momento in servizio al CAF, il quale gli avrebbe infilato una mano nei pantaloni toccandolo ripetutamente. Tornato a casa il giovane avrebbe raccontato tutto ai genitori che avrebbero organizzato una spedizione punitiva  recandosi nella sede del CAF di Vico del Vecchio per chiedere spiegazioni al sindacalista. Nel corso del confronto sarebbe scoppiata una furibonda lite tanto da richiedere l’intervento dei carabinieri. In tre, madre, figlio è sindacalista sono finiti al pronto soccorso con escoriazioni varie e con una prognosi dai 5 ai 7 giorni. Poi tutti in caserma dove è stata formalizzata la denuncia nei confronti del 50enne, difeso nel procedimento giudiziario dall’avvocato Mauro Calore che ha evidenziato alcune contraddizioni nella vicenda e soprattutto il fatto che l’episodio raccontato mal si concilierebbe con il luogo dove sarebbe avvenuto, un ufficio pubblico frequentato continuamente da molte persone. Ora la palla passa alla procura che dopo aver messo in cassaforte la testimonianza del giovane punta a chiudere le indagini preliminari con la probabile richiesta di rinvio a giudizio dell’indagato.