A24 A25, TAR LAZIO CONFERMA SOSPENSIVA PER REVOCA A STRADA DEI PARCHI
Il Tar del Lazio ha confermato la sospensiva relativa alla revoca in danno della concessione delle autostrade laziali ed abruzzesi A24-A25 alla società Strada dei Parchi. Il provvedimento era stato stabilito dal Consiglio dei ministri nella riunione del 7 luglio scorso sulla base di un provvedimento del Ministero per le Infrastrutture e per la Mobilità sostenibili (Mims) nel quale veniva elencata una serie di inadempienze. La decisione sul merito della sentenza è prevista per il 20 settembre
SOMMA AVVERSO SERGIO MATTARELLA.
Sei giudici della Corte Costituzionale potrebbero trovarsi non in stato di serena libertà intellettuale, se uno stretto congiunto di chi li ha scelti con propria firma in un decreto -quindi loro e non altri- interviene senza sensibilità a difesa di una parte ricorrente in un giudizio.
Un così influente nome di stima, chiaramente, potendoselo permette viene profumatamente incaricato proprio per la maggiore probabilità di ottenimento delle proprie false ragioni che produrranno l’obiettivo del raggiungimento di falsi sproporzionati utili.
Non si comprende altrimenti come La Corte Costituzionale (su sollecitazione del Consiglio di Stato, neanche a parlarne) con sentenza 218/2021 abbia potuto dichiarare illegittimo proprio l’articolo 177 D.L. 50 del 18.4.2016, che in aderenza al dettato comunitario riguarda l’obbligo di appalto dei concessionari seppur nella misura del 80%, ed invocando anche in ciò la libertà di impresa richiamata dall’articolo 41 della Costituzione.
Ora, è spaventoso, come la Corte risponda “gratuitamente” a questi comandi, quando da sempre ci si sta patriotticamente battendo con enormi conseguenze economiche e personali, se invece è anticostituzionale l’intera normativa italiana sugli appalti pubblici e, l’art. 177 ne è uno dei blandi rimedi che ci arrivano dalla legislazione UE :comunque sempre prevalente-
Ogni appalto pubblico, dal 3 gennaio 1948 è una violazione Costituzionale che infrange diversi articoli della stessa, se ancora oggi le leggi che regolano la materia sono di prepotente provenienza sabaudo-fascista, altrimenti in un paese libero come l’Italia, e ribadisco con la sua Costituzione, ogni appalto e contratto pubblico, indifferentemente da quelli privati, dovrebbe essere il più paritario e libero possibile. Quindi ogni procedura aperta a tutti gli interessati senza discriminazioni, affidandosi quindi ,con doverosa moralità, il contratto a chi propone il prezzo migliore garantito altresì dalla maggiore garanzia cauzionale. Soltanto con questa modalità della più aperta è libera concorrenza, come tra l’altro avviene nel libero mercato in piazza a L’Aquila o nella libera contrattazione di borsa a Milano, i prezzi ed i costi delle opere e delle forniture pubbliche che vengono pagate con le tasse degli italiani, saranno giustamente stabiliti dalla piena e libera concorrenza che si incontra in una economia libera di una nazione libera e democratica.
Chiaramente la grande A2A oppure Carlo Toto non vogliono appaltare, perché pretendono una specie di FEUDO FISCALE dove tassare i sudditi, perché,per esempio Toto nel suo “Feudo dei Parchi”, nonostante i.mense rimostranze alle Procure della Repubblica competenti nel suo Feudo, si assegna i lavori e le manutenzioni direttamente in proprio alle sue imprese ,senza ribassi ,senza concorrenza, si stabilisce i prezzi supermaggiorati che con una mano si paga e con l’altra si incassa, salvo poi caricare le spese sugli utenti.
L’Italia e la U.E. sono un altra cosa
chissà che cosa ne pensera’ invece il TAR,me lo immagino.