MARSILIO E BIONDI PEDONI DELLA REGINA
di Luigi Liberatore – Potevano farne a meno di scusare la propria assenza tra coloro che hanno firmato l’appello pro Draghi. Soprattutto perché a firmare il motivo della giustificazione per tutti ci aveva pensato la regina madre, Giorgia Meloni. Come nel tana libera tutti.. Vada per Marco Marsilio, davvero re travicello, paracadutato in Abruzzo per volere della Meloni, ma accolto come presidente di questa Regione per colpa nostra. Lui proprio non poteva aggiungere la sua tra le firme più importanti dei sindaci d’Italia: quando uno è yes-man riconosciuto, davvero non può andare fuori dal solco, da altri tracciato. Però, che figura! Il rieletto sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, tuttavia se la poteva risparmiare questa brutta figura istituzionale, a dispetto dei fantasiosi ragionamenti di casa “Meloni” che la mette proprio su una questione istituzionale, come se i sindaci fossero cosa distinta dalle istituzioni e non potessero correre a difesa del governo centrale. Quasi fossero un corpo estraneo all’Italia. Giorgia Meloni possiamo capirla, lei persegue un ragionamento di partito, vuole vincere le elezioni soltanto, magari per un capriccio personale e per prestigio nazionale, senza sapere, poi, cosa fare nel merito. Magari sostenuta nel suo filosofare da costituzionalisti dell’ultima ora. Marco Marsilio, nostro presidente, lasciamolo perdere: segue la soccombenza. Va a rimorchio, per capirci. Ma Pierluigi Biondi, che conosce l’Abruzzo, che viene eletto dalla sua gente di cui (supponiamo) conosca la concretezza, la forza e il sacrificio, che, azzardiamo, viene dalla “terra”, è mai possibile che possa farsi trascinare in dispute bizantine e non dare il proprio contributo a mantenere in piedi l’Italia, oltre che l’Aquila? Io non voglio entrare nell’analisi di temi politici tanto sofisticati da mettermi in disaccordo con la mia intelligenza, tuttavia comprendo tutte le persone come me le quali pensano che il governo “governi” sia le regioni che i comuni. Giorgia Meloni non mi fa paura, nemmeno con quel passo corto e vigoroso che richiama quello dell’oca. No. Mi fanno tenerezza, e rabbia insieme, le truppe acefale che si porta dietro.
Quando usare il proprio cervello comporta troppa fatica e allora meglio ricorre agli ideali degli altri, meglio ancora se quello “della capa”