IN ABRUZZO DIMINUISCE LA POVERTA’ RELATIVA
Nel 2021 in Abruzzo la popolazione diminuisce di 7.352 abitanti con un’intensità dello 0,57% che corrisponde a una flessione del 34% in più rispetto a quella italiana e perde 1.302 giovani (15‐34 anni) con un decremento percentuale pari a 4 volte quello nazionale. Nonostante i numerosi dati negativi, peggiori dei valori medi nazionali, la povertà relativa abruzzese diminuisce dal 12% all’11,5% in controtendenza con quella nazionale che cresce dal 10,1% al 11,1%. La flessione abruzzese dello 0,5% pone la regione al quinto posto tra i migliori risultati a livello nazionale. E’ quanto emerge da uno studio di Aldo Ronci su dati Istat. “Il buon risultato – spiega Ronci – è determinato soprattutto dall’incremento degli abitanti ultra sessantacinquenni che, raggiungendo la pensione, non si trovano più nella condizione di avere di un lavoro precario e poco remunerato. Gli ultra sessantacinquenni pesano sempre di più sul totale degli abitanti e questo fenomeno paradossalmente, per un altro verso, va ad influenzare negativamente l’indice di dipendenza strutturale della popolazione che rappresenta il carico sociale ed economico della popolazione non attiva (0‐14 anni e 65 anni ed oltre) su quella attiva (15‐64 anni)”. Le imprese non sono riuscite a tenere il passo rispetto al trend nazionale, hanno registrato un incremento di 1.482 unità ma, in valori percentuali, crescono il 30% in meno del valore nazionale; hanno realizzato, in valori percentuali, variazioni delle attività economiche tutte inferiori ai valori medi nazionali; L’export in valori percentuali cresce del 5% dato che vale appena 1/4 di quello nazionale che si attesta al 18,2% e che posiziona l’Abruzzo al terzultimo posto dell graduatoria nazionale; dei mezzi di trasporto subisce una flessione dell’1,4% in con‐ trotendenza rispetto all’incremento nazionale che è stato del 17,1%; Il credito alle imprese registra una crescita di appena 22 milioni che in valori percentuali è stata pari ad 1/8 di quella italiana e i prestiti garantiti dallo Stato erogati per 1 miliardo e 463 milioni sono stati sostitutivi del credito ordinario anziché, come era nelle intenzioni, essere aggiuntivi; Il Pil secondo l’indicatore trimestrale dell’economia elaborato dalla Banca d’Italia, il prodotto interno lordo regionale “sarebbe cresciuto del 6,3% in Abruzzo” a fronte di un 6,6% in Italia, calcolato dall’Istat.