PAPPONETTI E IL SUO LASCITO CULTURALE: L’OMAGGIO DEGLI AMICI, DEGLI ALLIEVI E DELLA CITTA’
Seguire il tracciato del professore Giuseppe Papponetti ed onorare il suo lascito di cultura è il messaggio che viene dall’incontro di questa mattina nell’aula consiliare di palazzo S.Francesco. In tanti, molti i suoi allievi, hanno voluto tributare un omaggio alla memoria di un “maestro di vita e di cultura”, come alcuni hanno sottolineato. La strada tracciata da Papponetti, illustrata dalla sua fervente passione culturale, porta soprattutto il nome di Ovidio e Giuseppe Capograssi. Premi, convegni internazionali, pubblicazioni, dedicate ai due sulmonesi più illustri sono stati frutto dell’impegno di Papponetti, che prima di spegnersi, dieci anni fa, non nascose la sua amarezza per l’impossibilità del Premio Capograssi di continuare a vivere. Il sindaco Gianfranco Di Piero in proposito ha preso l’impegno di concordare con la Fondazione Capograssi un ritorno dell’importante evento culturale. E nel suo discorso di apertura dell’incontro Di Piero, che di Papponetti è stato allievo nel Liceo Ovidio, ha ricordato i suoi studi e convegni sugli esponenti sulmonesi dell’Umanesimo, come Ercole Ciofano e Barbato, e quindi il suo sodalizio con Giuseppe Bolino, che diede vita al Premio Capograssi e con Edoardo Tiboni promuovendo studi e convegni su Croce e d’Annunzio. E naturalmente la creazione del Centro studi Ovidiani, consacrata con convegni che videro protagonisti i massimi studiosi del poeta sulmonese. “Papponetti è stato un autentico monumento culturale” ha concluso il sindaco. Ma Pino, come amavano chiamarlo gli amici, vive nel ricordo di quanti lo hanno conosciuto da vicino, come i suoi allievi e amici più stretti. “L’eleganza e concretezza del pensiero di Papponetti” sono state sottolineate dalla professoressa Concetta Marinucci, oggi insegnante nell’Istituto d’Istruzione Ovidio. “Papponetti nelle sue lezioni usava il microscopio e il telescopio” ha aggiunto, per dare l’idea di come le lezioni del professore riuscissero ad allargarsi ad ampi contesti e visioni. “Una personalità che mi ha segnato profondamente. Papponetti è il professore per eccellenza ma anche maestro di vita e di cultura” ha ricordato Guerino Sciulli, anch’egli docente, che di Papponetti ha fatto rivivere per un momento il clima delle sue lezioni, quando appena al suo ingresso in aula si faceva silenzio assoluto e accendendo la sua sigaretta, che si sarebbe consumata lentamente, tra le sue dita, Papponetti iniziava e concludeva la sua lezione. Commosso l’esordio del professore Adriano Ghisetti, che ricorda l’amicizia nata negli anni Ottanta con Papponetti e propiziata dagli studi su Benedetto Croce. Ghisetti ha però sottolineato come Papponetti possa essere conosciuto anche attraverso le sue preziose pubblicazioni, scritti che vanno di frequente riletti. Fabio Maiorano, promotore dell’associazione che riunisce gli ex alunni del Liceo classico Ovidio, ha sottolineato la stretta amicizia con Papponetti, nata per rapporti di vicinato. “E’ stata infatti una delle prime persone che ho conosciuto – ha precisato – infatti appena nato in casa mia c’era Pino, con mio fratello che insieme giocavano”. Il valore del vicinato, da dirimpettai, ha fatto nascere e consolidare per sempre l’amicizia con Papponetti, che Maiorano ha voluto ricordare anche per le sue battute di spirito e la sua capacità di conoscere a fondo ogni persona, cogliendone ogni aspetto. Mentre Francesco Barrasso si è soffermato su Papponetti per il suo impegno culturale che talvolta si è scontrato con l’inerzia della città. A chiudere l’incontro, promosso dal Lions Club e condotto da Carlo Maria Speranza, Ettore, figlio del professore Papponetti, soddisfatto della memoria restituita al padre, “dopo dieci anni di roboante silenzio”. Un’osservazione che chiama adesso alla concretezza e a promesse da adempiere.