REDDITO DI CITTADINANZA IN DETENZIONE DOMICILIARE, PROSCIOLTO 68ENNE DI POPOLI
In detenzione domiciliare per scontare una pena e percepiva il reddito di cittadinanza. Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, non ha ravvisato alcuna violazione di legge e ha prosciolto l’altro giorno Ovidio Cafarelli, 68 anni, residente a Popoli, noto gestore di un locale notturno a Sulmona, con la sentenza di non luogo a procedere. La magistratura aveva posto attenzione al caso del popolese lo scorso anno perchè avrebbe indebitamente percepito il reddito di cittadinanza, omettendo di comunicare all’Inps le informazioni dovute circa la sua condanna passata in giudicato e lo stato di detenzione domiciliare. Il 68 enne, dopo essere stato scarcerato, ha percepito il reddito per soli quattro mesi, precisamente dal 30 dicembre 2020 al 29 marzo 2021. I Carabinieri della compagnia di Popoli, nell’ambito di controlli specifici sulla filiera delle erogazioni percepite dallo Stato, lo hanno denunciato all’autorità giudiziaria per indebita percezione. Un’accusa smontata dall’avvocato difensore, Stefano Michelangelo, ricordando che la detenzione domiciliare non è ostativa alla richiesta e alla concessione del beneficio. Cafarelli infatti non era agli arresti domiciliari nè era destinatario di misura cautelare alcuna. Ma doveva scontare la pena residua, attraverso la detenzione domiciliare. La tesi di Michelangelo ha convinto il giudice Colantonio che ha prosciolto l’imputato, senza mandarlo a processo, perchè il fatto non costituisce reato.