LA STORIA DI JACOPO PETROCCO, LA FORZA DI CREDERE IN SE’ STESSI

Scanno è indiscutibilmente una perla d’Abruzzo e sicuro di non essere contraddetto, d’Italia. Un luogo unico e incantato tra bellezze paesaggistiche e naturalistiche di prim’ordine. Il paese dove si cela quel lago famoso a forma di cuore. Vera primizia per gli amanti della natura. Ma Scanno non è solo questo. Qui vivono persone forti e straordinarie abituate a confrontarsi con la durezza tipica degli ambienti montani. Eppure, dietro quelle asprezze affascinanti, appaiono figure uniche che vale la pena di incontrare e conoscere. La storia di Jacopo Petrocco, da poco a me raccontata da un amico in comune, mi ha sorpreso e ho deciso così di cercarlo e saperne di più della sua vita travagliata ma densa di forza e rivincite personali.  Un fresco gruppo di pini accoglie il nostro incontro. Non è solo ma con un Angelo custode tra i suoi Amici che lo assistono. Non mi ci vorrà molto a comprendere quale grande figura mi sia trovato di fronte. Sorprendendomi totalmente.Il sibilo asincrono del vento che corre tra gli alberi crea la giusta atmosfera.  Quindi tra quegli elementi naturali la calorosa stretta di mano del mio interlocutore ne denota la forza e le caratteristiche di quei luoghi, oltre alla fierezza del suo sguardo. Tutto appare perfettamente intonato nel silenzio di un anonimo pomeriggio scasnnese.Conosco i suoi mille impegni e non gli facci o perdere tempo. Gli chiedo di parlarmi della sua vita liberamente: “Il destino non è stato benevolo con me. Un parto prematuro determinerà una diagnosi inaspettata: tetraparesi spastica distonica. Da quel momento il sentiero della mia esistenza è costellato tra rinunce e dimostrazioni di caparbietà da parte mia. Scontrandomi e confrontandomi con persone che non vedevano oltre l’ingombro della mia sedia a rotelle.  Immagino che ciò ha influito sul tuo carattere?“Paradossalmente si, dietro quell’immagine in apparenza distorta, ma solo in apparenza, si nasconde un ragazzo   sensibile e concreto. Pronto a superare i mille ostacoli che si presentano sulla mia strada impervia. Nessuno piò saperlo meglio di me. Eppure malgrado ciò, non mi sono mai arreso e ne vado fiero.” Noto che non è cambiato nulla dal punto di vista del pregiudizio vero? “Molti mi descrivono come “quello sulla carrozzina”, incuranti del fatto che anch’io ho un anima e la capacità di pensare. Si a volte questo disturba.” Chi è Jacopo Petrocco? “Sono un trentenne con disabilità motoria e vivo a Scanno, nel cuore dell’Abruzzo. Uno che non si è mai arreso davanti a niente. E continua a lottare giorno dopo giorno.” Ora dimmi perché hai voluto questo incontro?: “Ho un legame fortissimo con la montagna e il mondo dello sci. In realtà devo molto a mio padre che era istruttore e maògrado lui sia andato via 5 anni fa, conservo gelosamente dentro me i suoi insegnamenti. Ricordo che avevo appena 6 anni quando iniziai a scendere dalle piste collegato ad una persona. In seguito e per via della mia diagnosi ho adottato un monosci che mi ha permesso di vedere meglio la bellezza della vita.” Poi si arriva a quel 21 dicembre 2020. La tua vittoria:“Ero arrivato, con enormi sacrifici personali di ogni genere a vedere realizzato il mio sogno di poter correre sugli sci malgrado la mia disabilità. Portando avanti un Progetto per insegnare questo Sport anche da persone come me. Si, quel giorno è stampato indelebilmente tra i miei ricordi. I Maestri di Sci D’Abruzzo conferirono il riconoscimento “honoris causa” al mio metodo d’insegnamento. Da quel momento è stato un crescendo di impegni e soddisfazioni incredibili. Ma la strada è ancora lunga. La mia disabilità necessita di aiuti anche economici. Di presidi che mi sostentino ad andare avanti. Purtroppo un tasto dolente al momento. “ Qual è attualmente il tuo obiettivo? “Sto cercando tra mille difficoltà, la creazione di gruppi eterogenei a cui insegnare questo Sport meraviglioso. Impiego molto del mio tempo parlando con la gente tentando di far comprendere la bellezza di questo Progetto di inclusione Sociale. E’ dura ma riuscirò, ne sono convinto. Ecco, questo il mio unico sogno…” Ho promesso a Jacopo che all’inizio del nuovo anno scolastico, mi attiverò per accompagnarlo nelle Scuole a contatto con i giovani studenti affinchè ascoltino la sua esperienza. Lo saluto e nuovamente la sua energica stretta di mano mi fa comprendere la sua tenacia. La sua ostinazione nel puntare solo su se stesso. Non credo debba aggiungere altro. A voi la riflessione.

Ezio Forsano