ENFATIZZARE IL DIVERSO NELLA SUA NORMALITA’

Alessandro Lavalle – Fino a prova contraria viviamo, oggigiorno, in un’epoca dove la società, il concetto di aggregazione ed associazione, si è evoluto sbocciando da quel bozzolo grezzo quale era nelle epoche passate: siamo giunti in un’era in cui possiamo finalmente porre rimedio agli errori dei nostri avi, errori figli dello stesso tempo che li ha plasmati.Tuttavia proprio perché viviamo in un’epoca così progressista ed aperta ci ritroviamo tra le mani una misera, seppure fastidiosa, quantità di problematiche sociali: le nostre menti vengono annacquate da questa stagnazione e dunque tendono a ricercare problemi in ogni anfratto possibile ed immaginabile senza effettivamente raggiungere alcun genere svolta concreta.

Viviamo in un’epoca dove ogni tipo di oppressione viene finalmente giudicata come inaccettabile e dunque stiamo pian piano riuscendo a realizzare un mondo che poggia su pari opportunità. Questa transizione, tuttavia, ha portato la nostra psiche a crogiolarsi negli obiettivi raggiunti senza continuare a pensare al futuro. Stiamo cercando continuamente battaglie da combattere senza riflettere sulla giustezza delle suddette o sulla loro effettiva efficacia: siamo di fronte ad una svolta che contro ogni aspettativa noi stiamo coscientemente rifiutando di prendere.

Ci accontentiamo di magre conquiste mentre abbiamo ogni mezzo a nostra disposizione per sradicare una volta per tutte il pregiudizio e l’odio che tanto sono in simbiosi con la nostra natura.

Teniamo le nostre menti occupate mentre evitiamo diligentemente di aggredire il problema principale: l’alienazione delle vittime di qualunque oppressione.

Da entrambi i lati sia l’insensato pregiudizio che l’eccessiva tutela portano solo sguardi di dubbio o disdegno nei confronti di coloro che tanto disperatamente cerchiamo di proteggere. Bisogna, per riuscire in questo nobile intento, mettere da parte le faide infruttuose e l’esaltazione insipida di quest’ultime: esaltare eccessivamente miseri obiettivi raggiunti da coloro che anteriormente erano preclusi dall’ottenerli non fa altro che pleonasticamente sottolineare il divario tra loro ed il resto del mondo, cosa che è deleteria per il raggiungimento della vera uguaglianza ed equità poiché questo divario dovrebbe ormai essere inesistente. Bisogna trovare un compromesso e cominciare a normalizzare le minoranze poiché normali lo sono sempre state; la natura contempla e celebra il diverso come il normale e così dovremmo comportarci anche noi: enfatizzare il diverso nella sua normalità.